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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La "marcia catalana" su Bruxelles: "L'Ue faccia rispettare i nostri diritti fondamentali"

Circa 200 sindaci a sostegno dell'indipendenza hanno manifestato davanti le sedi di Commissione e Consiglio europeo: "Libertà per i membri del governo della Generalitat in carcere". E intanto Puigdemont dice di essere pronto a rivolgersi ai tribunali internazionali

Siamo qui per portare la voce dei sindaci della Catalogna al cuore dell'Unione europea e per ricordare all'Europa che in questo momento i nostri diritti fondamentali sono a rischio. Bruxelles non puo' guardare dall'altro lato. In gioco ci sono i valori su cui si basa l'Europa”. Lo ha detto  Neus Lloveras, sindaca e presidente dell'Associazione delle municipalità catalane a favore dell'indipendenza, che oggi ha guidato i circa 200 primi cittadini che hanno marciato su Bruxelles per chiedere la liberazione degli ex membri del governo della Generalitat e per spingere l'Ue a battere un colpo in difesa delle loro istanze.

I 200 sindaci si sono dati appuntamento davanti le sedi della Commissione e del Consiglio europeo, mentre i ministri delle Finanze erano riuniti per un delicato Ecofin. Insieme a tre eurodeputati catalani (Jordi Solé, Josep-Maria Terricabras e Ramon Tremosa) e a un gruppo di sostenitori (tra cui qualche indipendentista fiamminga) hanno gridato cori a sostegno di Puigdemont e della giunta destituita. Per chiudere la manifestazione intonando l'inno catalano.

A poche decine di metri, pero', non sono mancate le contestazioni, con un centinaio di spagnoli pro-unità a controbbattere alla “marcia catalana” su Bruxelles. Qualche momento di tensione, ma la polizia non ha avuto grossi problemi a riportare l'ordine.

Puigdemont: “Coinvolgero' tribunali internazionali”

"Tutto questo finirà nei tribunali internazionali, ci rivolgeremo loro, arriveremo fino alla fine e lo Stato spagnolo farà una pessima figura". Lo ha dichiarato l'ex presidente della Generalitat di Catalogna, Carles Puigdemont, in un'intervista a Catalunya Radio. Ha aggiunto, parlando in Belgio: "Siamo venuti al cuore dell'Europa, ci siamo rivolti al mondo, e il mondo ascolta". Inoltre, ha affermato che mentre il mondo si è messo in ascolto della sua voce dal Belgio, "le istituzioni europee hanno mostrato totale indifferenza", dimostrandosi "disconnesse da ciò che interessa alla gente".

Ha parlato poi di "una vera anomalia democratica che ci siano detenuti politici in Europa", con "violazioni dei diritti umani dei compagni incarcerati" e "vittime di persecuzione politica". Secondo Puigdemont, l'Europa si sta dimostrando "indolente di fronte a questa indecente persecuzione", invece dovrebbe "avere la decenza di chiedere allo Stato spagnolo se rispetterà il risultato delle urne il 21 dicembre" e se i partiti vincitori "avranno il diritto di applicare il loro programma elettorale". 

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