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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Al Parlamento Ue la maggioranza Draghi è già nata: Lega, Pd, M5s, Fi e Iv compatti sul Recovery

I partiti che dovrebbero sostenere il nuovo governo mostrano a Bruxelles i primi segni di intesa. Il Carroccio vota a favore nonostante la contrarietà dell'alleata francese Le Pen. Fratelli d'Italia si smarca ma non vota contro

Dai democratici ai leghisti, passando per Italia Viva, Movimento 5 stelle e Forza Italia. I risultati del voto di ieri sera sul regolamento sulla ripresa e la resilienza - lo strumento che permetterà agli Stati Ue di accedere a sussidi e prestiti del Recovery Fund - è un sì corale degli eurodeputati italiani che vogliono il via al piano di aiuti dell’Unione europea per contrastare la crisi creata dalla pandemia. L’unica voce fuori dal coro, quella di Fratelli d’Italia, ha comunque preferito l’astensione al voto contrario.  

Prove di governo Draghi

Oltre all’importanza di merito del voto, a colpire è il tempismo della convergenza Ue tra le principali forze politiche del Parlamento italiano, che proprio in questi giorni stanno lavorando alle trattative con il premier incaricato, Mario Draghi, per dar vita a un’inedita maggioranza giallo-rossa-verde-azzurra, i colori della bandiera arcobaleno. Il vessillo pacifista segna una tregua soprattutto tra la Lega, in precedenza arroccata su posizioni sovraniste e anti-Ue, e le altre forze ‘europeiste’. Ma il costo della pace in Italia comporta una spaccatura all'interno del gruppo Identità e Democrazia, la formazione europea di cui fa parte il partito di Matteo Salvini, che si è divisa in tre.

La spaccatura tra i sovranisti

“Voteremo a favore”, aveva annunciato ieri Marco Zanni, eurodeputato della Lega e presidente del gruppo Id, “per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare”.  Nelle stesse ore all’interno della compagine sovranista si è però consumato lo strappo. Le critiche più dure sono arrivate da parte dei francesi del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Il piano per la ripresa, ha detto durante la seduta parlamentare l'eurodeputato Jean-Lin Lacapelle, “contiene numerosi elementi aberranti” perché “prevede una ripartizione delle risorse indigesta e ingiusta, per cui i maggiori contributori, tra cui la Francia, ricevono meno di quanto danno”. “L'obbligo per gli Stati membri di preparare dei piani nazionali di ripresa e di resilienza che applichino gli ordini del semestre europeo”, secondo il politico francese, rappresenta “un vero esempio di superbo statalismo europeo”. La formazione di Le Pen alla fine ha scelto comunque di astenersi, una scelta apprezzata dagli altri eurodeputati della Lega. La terza gamba del gruppo, quella dei tedeschi di Alternative Fur Deutschland, ha invece votato contro il provvedimento.

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