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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Macron 'lancia' Merkel a capo della Commissione europea

Il presidente francese appoggia un'eventuale nomina della cancelliera alla presidenza dell'Esecutivo Ue: "Abbiamo bisogno di personalità forti e credibili". E Salvini e Di Maio potrebbero essere d'accordo

Se Angela Merkel decidesse di voler correre per ricoprire la carica di presidente della Commissione europea, avrebbe un sostenitore d'eccezione: il collega francese Emmanuel Macron. "L'Europa ha bisogno di personalità forti, ha bisogno di persone che siano credibili e che abbiano le capacità per riempire le posizioni chiave", ha detto il presidente transalpino nel corso di un'intervista alla tv svizzera Rts. Un identikit che corrispondebbe al profilo della cancelliera tedesca.

Non è la prima volta che il nome della leader tedesca viene accostato alla poltrona attualmente occupata da Jean-Claude Juncker (il cui mandato scade ufficialmente a ottobre). Nel corso di un vertice Ue in Romania, almeno 4 premier europei avrebbero proposto alla cancelliera di scendere in campo, anche per risolvere l'intricata trama di veti incrociati che sta bloccando il processo di nomine nei posti chiave del potere europeo: Commissione, Consiglio, Bce, Parlamento e Alto rappresentante per la politica estera. 

Di fatto, la Germania ha al momento due candidati di punta: Manfred Weber per la presidenza dell'Esecutivo Ue, Jens Weidmann per la poltrona di Mario Draghi alla banca centrale di Francoforte. Il "manuale Cencelli" europeo impedirebbe a un solo Paese, per quanto politicamente forte, di avere entrambe le cariche. E ci sono Stati membri come l'Italia che starebbero lavorando nei tavoli negoziali per impedire l'arrivo di un falco come Weidmann alla Bce.

Ecco perché, scrive la Reuters, il governo gialloverde starebbe spingendo per la nomina di Weber al posto di Juncker. L'eurodeputato tedesco, alleato della Cancelliera in patria, ha dalla sua il fatto di essere lo spitzenkandidat (candidato alla Commissione) del partito più votato alle ultime elezioni europee, ossia il Ppe. Ma su di lui grava il "veto" di Macron, il quale all'indomani del voto ha detto di preferire nomi alternativi come il connazionale Michel Barnier (anche lui del Ppe) o la liberale danese Margarethe Vestager.

La posizione del presidente francese ha di fatto bloccato lo scacchiere delle nomine europee nel corso dell'ultimo summit di Bruxelles. I leader torneranno a riunirsi la prossima settimana (20-21 giugno). Ed è in vista di questo appuntamento che Macron ha lanciato nella mischia la collega Merkel: "Non parlerò per Angela Merkel", ha detto nell'intervista. Ma "se lo volesse, la appoggerei, certo, perché penso che abbiamo bisogno di qualcuno forte".

I rapporti tra i due, dicono i ben informati, si sarebbero raffreddati negli ultimi tempi e non è detto che l'endorsement di Macron non sia stato fatto per complicare le trattative e indebolire le mire tedesche (e della stessa cancelliera). La nomina di Merkel potrebbe andare bena anche all'Italia, visto che sbarrerebbe la strada a Weidmann alla Bce. Si vedrà.

L'unica cosa certa per ora pare la divisione di genere dei cosiddetti 'top job' europei: "Ci sono quattro posizioni chiave - ha spiegato Macron - la presidenza della Commissione, l'Alto rappresentante per gli affari esteri, la presidenza del Parlamento e la presidenza del Consiglio. Abbiamo bisogno di avere due uomini e due donne, abbiamo bisogno della parità". 

Macron non ha menzionato la presidenza della Bce come parte del pacchetto. Evidentemente perché vuole affrontare la questione della successione di Draghi in una trattativa a parte. E non è il solo.

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