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Sabato, 20 Aprile 2024

Alfonso Bianchi

Giornalista

Col Green Pass Macron vuole ridurre i contagi, ma anche aumentare i consensi

La Francia di Emmanuel Macron ha scelto la linea dura nei confronti degli scettici del vaccino contro il coronavirus. Imponendo l'utilizzo del Green Pass per andare al cinema, nei musei o in palestra, e puntando ad estendere la necessità del certificato digitale anche per l'accesso a bar, ristoranti e centri commerciali da agosto, di fatto sta quasi imponendo un obbligo alla vaccinazione.

Il Paese è nel pieno della quarta ondata della pandemia di Covid-19 e, a causa delle riaperture e della variante Delta che rende il virus più contagioso, i casi sono aumentati del 140% in una settimana. Le autorità hanno spiegato che il 96% dei 18mila nuovi casi rilevati negli ultimi sette giorni non avevano ricevuto l'iniezione. Dopo l'annuncio della stretta, fatto da Macron la scorsa settimana, sono circa tre milioni i francesi che hanno prenotato la dose, segno che l'idea, condivisibile o meno che la si voglia giudicare, ha avuto l'effetto sperato da chi l'ha proposta. E se la Germania ha scelto di lasciare maggiore libertà ai cittadini, sono tanti i Paesi, a partire dall'Italia, che invece intendono seguire l'esempio francese, che poi in realtà è la linea che ha da sempre sostenuto l'Unione europea, che già nei mesi scorsi aveva sollecitato gli Stati ad allargare l'utilizzo del passaporto vaccinale. Anche il Regno Unito di Boris Johnson, il cui governo pure è sempre stato cauto nell'imporre misure troppo restrittive, ha scelto la linea dura e la necessità di dimostrare l'avvenuta vaccinazione, guarigione, o test negativo anche per andare al ristorante o ai grandi eventi. Ma solo da settembre, quando a tutti i cittadini sarà stata offerta la dose, e quindi non l'avrà ancora fatta solo chi non la vuole fare.

Macron ha intenzione di partire subito invece, e forse per lui la salute pubblica non è l'unico obiettivo. Nonostante le proteste di una parte dei cittadini (anche violente) il capo di Stato francese sa che la sua linea è appoggiata dalla maggioranza della popolazione e dalle forze politiche moderate, e con le presidenziali a meno di un anno una “variante Delta” politica che gli faccia schizzare i consensi non sarebbe male per l'inquilino dell'Eliseo. Secondo un sondaggio condotto da Elabe per 'Bfmtv' all'indomani dell'annuncio il 58% dei francesi si è favorevole all'obbligo di esibire il Green Pass per accedere a bar, ristoranti e centri commerciali., il 66% è favorevole al pass sanitario per accedere a luoghi di svago e cultura, addirittura il 76% per utilizzare aerei, treni o autobus per viaggi a lunga percorrenza ed il 70% per entrare in ospedali e case di riposo.

Alle elezioni regionali e comunali del mese scorso, La République En Marche ha avuto un risultato pessimo, ma il partito di Macron non è masi stato ben radicato a livello locale. La buona notizia è stata per il presidente il tonfo del Rassemblement National di Marine Le Pen, la sua principale sfidante alle presidenziali dell'aprile 2022. Nonostante la forte crescita dei Verdi, gli ambientalisti non sembrano ancora pronti a puntare veramente all'Eliseo, i socialisti devono ancora riprendersi dal calo dei consensi iniziato con la presidenza di François Hollande e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon non è in un momento di ottima salute nei consensi popolari. L'indipendente gollista ed ex repubblicano Xavier Bertrand, forte dell'elezione alla presidenza della Hauts-de-France, ha già annunciato la sua candidatura all'Eliseo, ma le elezioni regionali sono una cosa, quelle nazionali un'altra.

Insomma Macron crede nella possibilità della rielezione, e per lui le prossime mosse saranno decisive. Secondo un sondaggio Odoxa - Dentsu per France Inter e Regional Pres, al momento il capo di Stato conserva la fiducia del 39% dei francesi e il 42% afferma di apprezzare la sua gestione della crisi. E se il leader di En Marche riuscisse a consolidare questi numeri, raggiungere il ballottaggio, e a quel punto probabilmente anche una nuova elezione, per lui non dovrebbe essere difficile. Certo non è solo la risposta che Parigi ha dato alla pandemia che definirà il vincitore della contesa del prossimo anno, ma è chiaro che sarà uno dei punti di forza (o debolezza) del presidente uscente.

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