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Martedì, 23 Aprile 2024
Lo scontro / Macedonia

Il nazionalismo destabilizza l'allargamento dell'Ue: perché in Macedonia è alta tensione

La Bulgaria da anni si oppone all'ingresso di Skopje nell'Unione, ma adesso un compromesso su questioni come storia e lingua potrebbe sbloccare l'impasse. Ma non piace a tutti

A Skopje ci sono stati quattro giorni di violente manifestazioni di piazza che si sono concluse ieri sera con 47 poliziotti feriti e 11 manifestanti arrestati. La capitale della Macedonia del Nord è in subbuglio per le proteste organizzate dall'opposizione contro il governo sulla questione della proposta francese per superare lo stallo con la Bulgaria e spianare la strada ai negoziati di adesione all'Unione europea al palo da anni. I dimostranti, principalmente militanti del Partito Democratico per l'Unità Nazionale Macedone, di stampo conservatore e nazionalista, sono contrari a tale proposta, accettata dall'esecutivo del premier Dimitar Kovacevski e dal presidente, sostenendo che si tratta di una soluzione contraria agli interessi nazionali e funzionale solo alla parte bulgara e alle sue mire di assimilazione e distruzione della storia, della cultura e dell'identità macedone.

Dopo che la domanda di adesione all'Ue fu stata accettata nel 2012, il percorso è rimasto congelato per l'opposizione principalmente di Grecia e Bulgaria. Il no di Atene era legato alla questione del nome della nazione, ma è stato risolto nel 2018 con un accordo con l'allora premier Alexis Tsipras. Fu allora che la Macedonia ha accettato di chiamarsi Macedonia del Nord, per distinguersi dalla regione greca e dall'impero che fu di Alessandro Magno. Le tensioni con la Bulgaria invece riguardano interpretazione della storia e di altre espressioni dell'identità nazionale nell'ex repubblica jugoslava. La maggior parte dei bulgari non riconosce un'identità e una lingua macedoni distinte, ma anzi sostiene che i due Paesi condividano essenzialmente una storia comune e che il macedone sia solo un dialetto. Per dare il suo via libera all'adesione allora Sofia vuole che Skopje cambi la sua costituzione, i libri di testo di storia e i monumenti pubblici per riflettere un'immagine storica più positiva della Bulgaria.

Per superare lo stallo la Francia di Emmanuel Macron ha avanzato una proposta in base alla quale Skopje dovrebbe, tra le altre cose, riconoscere ufficialmente nella costituzione i macedoni bulgari come una minoranza distinta "su un piano di parità con gli altri popoli" e accettare di valutare regolarmente i suoi sforzi per mantenere i legami di buon vicinato. Sulla lingua invece la Macedonia del Nord potrebbe aver ottenuto il riconoscimento ufficiale di Bruxelles, anche se l'accordo al momento non è ancora stato reso pubblico.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha visitato il Paese e ha chiesto di accettare la proposta che ha definito “equilibrata”, promettendo un più veloce processo di adesione. Il politico belga ha sostenuto che il testo fa un chiaro riferimento alla lingua macedone. "La lingua macedone è la vostra lingua e la proposta la rispetta. L'acquis, la legislazione dell'Ue, saranno tutti tradotti in macedone", ha garantito. "Siamo anche consapevoli delle preoccupazioni espresse da alcuni riguardo alla vostra identità nazionale. Potete contare sul mio pieno sostegno, in qualità di presidente del Consiglio europeo, per difendere sistematicamente i vostri legittimi diritti", ha poi aggiunto. Favorevole al compromesso anche il leader del partito di opposizione di etnia albanese, Zijadin Sela, secondo cui la proposta francese è accettabile e non ci sono altre alternative.

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