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Giovedì, 25 Aprile 2024
Innocente / Qatar

Qatargate, Visentini: "Ho solo collaborato con una Ong, non c'entro niente"

Il segretario generale della Ituc era stato fermato ma è stato rilasciato dopo l'interrogatorio: "Il giudice si è convinto dell'infondatezza delle accuse, non sono collegato a questa vicenda"

Per lui l'inchiesta sul Qatargate potrebbe presto essere soltanto un bruttissimo ricordo ma niente più. Il segretario generale del sindacato mondiale Ituc, Luca Visentini, era stato uno dei primi cinque fermati dalla polizia venerdì scorso, ma è stato poi rilasciato dopo l'interrogatorio dei giudici.

"Sono finito in questa indagine perché ho collaborato con questa fondazione, Fight Impunity, riconosciuta e finanziata dal Parlamento europeo e che, da quel che si sapeva, si occupava della difesa dei diritti umani", ma poi "è saltato fuori che sarebbe una organizzazione criminale, che ha messo in campo iniziative di corruzione in nome e per conto del governo del Qatar e, sembrerebbe, del Marocco, per cercare di ottenere condizioni più favorevoli da parte del Parlamento Europeo", e quindi "sono stato accusato di essere stato corrotto da loro, perché ammorbidissi le mie posizioni, e quelle del sindacato internazionale, nei confronti di questi Paesi", ha raccontato a La Repubblica.

Il fondatore della Ong, Antonio Panzeri, ex deputato europeo di Pd e Articolo 31 è il principale indiziato nell'inchiesta della polizia federale belga, accusato di essere la mentre dietro una organizzazione criminale che riceveva ingenti somme di denaro in cambio di influenze politiche a Bruxelle. Più di dieci persone a lui collegate hanno visto le loro case e i loro uffici perquisiti in cerca di prove contro di lui, anche se queste stesse persone non risultano direttamente indagate. Visentini invece era stato inizialmente anche arrestato, ma sembra ora aver chiarito del tutto la sua innocenza.

"Quello che ha convinto il giudice sulla mancanza di fondamento di queste accuse è invece proprio il fatto che le mie posizioni nei confronti del Qatar sono sempre state molto chiare. Ho detto per esempio che era positivo che avesse messo in campo alcune riforme, a cominciare dall'abolizione della Kafala, questa forma di schiavitù del lavoro che esiste anche in altre zone del mondo arabo, ma ho anche detto che non erano sufficienti, che rimanevano ancora problemi legati al rispetto dei diritti umani e all'implementazione delle riforme messe in campo. E in ogni caso la mia posizione non è mai stata influenzata da nessuno", ha detto.

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