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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'Ue bacchetta l'Italia: nessuna trasparenza nei rapporti tra governo e lobby

Il richiamo nell’ultimo report sul rispetto dello Stato di diritto. Nel mirino anche i disegni di legge proposti negli ultimi anni

Le regole italiane sull’influenza delle lobby sull’attività del Governo non sono sufficienti e anche i disegni di legge oggi in discussione in Parlamento non lasciano ben sperare. La critica all’Italia è arrivata da parte della Commissione europea all’interno del nuovo report sullo Stato di diritto, il documento nel quale Bruxelles analizza il rispetto dei criteri Ue di buongoverno all’interno dei 27 Stati membri. Dalla separazione dei poteri all’indipendenza della magistratura, passando per la libertà dei media e, appunto, l’influenza delle lobby nel processo di discussione e approvazione delle leggi che incidono sulle vite di tutti i cittadini. 

L'impronta legislativa

In Italia, si legge nel documento Ue, “non esiste una legge sul lobbismo nei confronti dei membri del Governo”, anche se recentemente “sono stati presentati in Parlamento diversi disegni di legge”. I dossier sul tavolo dei parlamentari italiani, seppure presentino “un quadro generale per i rapporti con i rappresentanti di interessi basato sull'esperienza con i registri per la trasparenza del ministero dello Sviluppo economico e del ministero del Lavoro”, non includono “l'introduzione di una 'impronta legislativa’”, ovvero un registro pubblico completo dell'influenza dei lobbisti su ogni atto legislativo. Un sistema di questo tipo, anche se volontario, viene applicato dal Parlamento europeo, dove gli eurodeputati che redigono relazioni o pareri possono scegliere di allegare un elenco ai loro dossier nel quale includere le competenze e le opinioni esterne ricevute dal relatore. Tale adempimento è indipendente dalla pubblicazione delle riunioni con i rappresentanti di interessi, che è invece obbligatoria.

Porte girevoli

“Fino a quando non sarà istituito un registro operativo delle lobby, che includa un'impronta legislativa, la regolamentazione del lobbismo nei confronti del Governo rimarrà frammentata”, è l'avvertimento della Commissione. L’esecutivo Ue ha anche analizzato la proposta legislativa sui conflitti di interesse presentata nel 2020 che prevede la revisione delle norme sul periodo successivo agli incarichi di rilievo e sul cosiddetto meccanismo delle “porte girevoli”. In termini di portata, “la proposta copre i membri del Parlamento e gli alti funzionari esecutivi, ma non si estende ai funzionari pubblici direttamente legati ai ministri, come i capi di gabinetto”, fa notare la Commissione europea. Si ricorda, infine, che il periodo di “riflessione” proposto nella bozza di riforma per chi ha ricoperto incarichi politici è limitato a un solo anno.

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