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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il parere

Esperti Ue: "Il litio è tossico per i neonati". Il settore delle batterie per auto in allarme

Bruxelles dovrà decidere come dar seguito alla valutazione dell'Agenzia europea per i prodotti chimici. Per l'industria è a rischio la produzione dei veicoli elettrici nel Vecchio Continente

Viene visto come il metallo che potrebbe contribuire a salvare il mondo dai cambiamenti climatici. Ma la Commissione europea potrebbe presto classificarlo come una sostanza tossica. Parliamo del litio, "ingrediente" fondamentale per le batterie dell' auto elettriche. L'Europa sconta non pochi ritardi nell'approvvigionamento e nella produzione di questo metallo, e per non restare indietro nella corsa all'elettrificazione dei trasporti, Bruxelles sta cercando di puntare sia sulle riserve interne (non molte, in realtà), sia soprattutto sulla sua leva commerciale con i Paesi terzi produttori, come Australia e Cile. Una corsa che, avverte il settore industriale, verrebbe vanificata da un'eventuale inserimento del litio nella blacklist delle sostanze tossiche.

Il problema, sostengono le lobby delle batterie elettriche, è che una tale classificazione farebbe schizzare alle stelle i costi del litio in Europa, allontanando gli investitori dal Vecchio Continente, anziché attrarli. Prezzi che, a dirla tutta, sono già aumentati non poco sui mercati internazionali: in vista del boom della domanda di veicoli elettrici, i costi del metallo sono raddoppiati tra il 2017 e il 2021. E nel 2022, in seguito ai problemi lungo la catena di approvvigionamento, i prezzi sono diventati 7 volte più alti rispetto all'anno passato.

Ragionamenti che, però, non eliminano il dato di fondo: diversi studi hanno confermato che tre sali di litio hanno effetti tossici per la riproduzione e per i feti, e determinano anche rischi di malformazioni cardiache per i neonati allattati al seno. Le ong ambientaliste, come Health and Environment Alliance, difendono il parere dell'Echa, agenzia che le stesse organizzazioni ecologiste non hanno mancato di criticare quando ha smentito i rischi del glifosato per l'uomo. Ma il settore industriale obietta che gli studi presi in esame non sono abbastanza solidi.

La Commissione europea dovrà prendere una decisione definitiva entro l'anno, al massimo all'inizio del 2023. La classificazione come sostanza tossica non comporterebbe il divieto dell'uso del litio nei veicoli o negli altri settori in cui è impiegato (vetro, edilizia e farmaci), ma rischierebbe comunque di far aumentare i costi per le imprese che lo lavorano. Bloccando sul nascere il tentativo dell'Europa di aumentare la produzione in loco di batterie, per ora nelle mani prevalentemente della Cina. 

Sette gruppi industriali hanno scritto per questo alla Commissione chiedendo di non dar seguito all'etichettatura. "Sarebbe una decisione che va chiaramente contro l'obiettivo dell'Unione europea di raggiungere i suoi ambiziosi target climatici per il 2030 e il 2050", ha affermato Giorgio Corbetta, direttore degli affari europei della lobby industriale Eurobat, in una intervista a Politico. "Una tale classificazione impedirebbe all'Europa di diventare strategicamente indipendente per produrre le proprie batterie", ha affermato Claude Chanson, direttore generale della lobby delle batterie Recharge.

Fare al meno del litio, del resto, sembra per il momento impossibile per sviluppare batterie per auto. All'orizzonte non mancano comunque le alternative: l'Agenzia internazionale per l'energia, per esempio, segnala in un suo studio la promettente "introduzione commerciale di Na-ion", una batteria che usa il sodio e non il litio. La produce Catl, uno dei giganti cinesi del settore.

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