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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Limiti ad aborto sicuro e pillola contraccettiva, il caso dei deputati Pd e M5s che votano come Salvini e Fi

Il Parlamento europeo, in una risoluzione, ha condannato la situazione critica dei diritti delle donne in Polonia. Ma un fronte variegato di politici italiani si è schierato con Varsavia. Anche sulle restrizioni all'interruzione di gravidanza in caso di feto affetto da malformazioni mortali

Restrizioni all'aborto sicuro e legale, l'uso diffuso e improprio della clausola di coscienza, limiti all'interruzione di gravidanza in casi di malformazione grave o mortale del feto e all'accesso alla pillola contraccettiva. Sono queste alcune delle leggi o delle proposte normative che la Polonia sta attuando negli ultimi anni. Misure che hanno sollevato nel mondo un coro quasi unanime di protesta, che ha visto sulla stessa linea organizzazioni per la difesa dei diritti umani e persino l'Onu. Senza dimenticare le prescrizioni dell'Organizzazione mondiale per la sanità sull'assistenza in ambito riproduttivo. Eppure, al Parlamento europeo, in tantissimi hanno sostenuto le proposte polacche. E tra questi un fronte italiano eterogeneo che ha visto uniti deputati di Lega Nord e Fi, ma anche pezzi di Pd e M5s

E' successo nel corso del voto a Strasburgo su una risoluzione del Parlamento europeo in cui si condanna la situazione dello stato di diritto in Polonia. Il voto risale alla scorsa settimana, ma la polemica è tornata a galla in contemporanea con le iniziative che si stanno promuovendo in tutta Europa in vista del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

La pillola contraccettiva

Si prenda il caso della pillola contraccettiva. La presidente della Polonia, Andrzej Duda, ha firmato una legge che rende la contraccezione d’emergenza disponibile solo con una prescrizione medica. Secondo attivisti e critici, c’è il rischio che nel paese aumenti il numero di aborti illegali, che sono più pericolosi per la salute e la vita delle donne. 

Ebbene, la maggioranza del Parlamento europeo ha condannato questa legge. Ma c'è chi l'ha sostenuta, come gli eurodeputati del Pd Morgano e Zoffoli, buona parte della Lega Nord e di Forza Italia. Non hanno preso posizione, invece, Salvini e la pattuglia M5s

Restrizioni all'aborto

Ci sono poi le restrizioni all'aborto: una proposta del 2016, che avrebbe introdotto limiti notevoli alle interruzioni di gravidanza (anche in caso di strupro o gravi malformazioni del feto), è stata bloccata dopo una gigantesca mobilitazione delle donne polacche e di mezza Europa. Ma resta il fatto che il diritto all'aborto in Polonia è fortemente a rischio, anche per l'altissimo numero di medici obiettori di coscienza. Non a caso, Varsavia è stata ammonita ufficialmente sia dall'Onu, sia dalla Corte europea per i diritti dell'uomo. 

Di diverso parere, pero', sembra l'eurodeputata M5S Daniela Aiuto, che sugli emendamenti in cui si chiedeva di garantire in Polonia l'aborto sicuro e di far fronte al problema degli obiettori di coscienza, ha votato contro. Lo stesso hanno fatto, in merito all'obiezione di coscienza, la capodelegazione del Pd a Strasburgo, Patrizia Toia, e i colleghi democratici Morgano, Danti e Zoffoli. Sullo stesso punto in piena convergenza con i leghisti Salvini e  Borghezio, oltre a buona parte di Forza Italia e Area popolare. Voti che sono risultati determinanti a far bocciare l'emendamento sugli obiettori. 

Nel testo della risoluzione, infine, uno dei passaggi più delicati riguardava la critica a “qualsiasi proposta legislativa che potrebbe proibire l'aborto in casi di malformazione grave o mortale del feto” e il “sostegno a favore delle organizzazioni per i diritti delle donne, le quali sono state di recente oggetto di azioni legali” in Polonia. Ebbene, anche su questo punto l'eurodeputata 5Stelle Aiuto e i colleghi del Pd Morgano, Zanonato e Zoffoli hanno votato contro. Con loro, buona parte della Lega e di Forza Italia. Con qualche eccezione: Salvini, per esempio, si è astenuto, mentra la vicepresidente del Ppe, la forzista Lara Comi, ha votato a favore della condanna a questa forma di limitazione dell'aborto e a sostegno di chi, in Polonia, combatte per tutelare un diritto che, nel 2017, l'Occidente sviluppato pensava di avere ormai acquisito.

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