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Giovedì, 25 Aprile 2024
La polemica

“La libertà è nell’hijab”: Consiglio d’Europa accusato di promuovere il velo islamico

L’istituzione di Strasburgo pubblica e poi rimuove un video che mostra donne sorridenti con e senza il copricapo. Polemica in Francia, dove la campagna elettorale si gioca anche sul tema della laicità

La polemica non accenna a placarsi in Francia dopo il controverso video promozionale diffuso (e poi ritirato) dal Consiglio d’Europa che include il messaggio: “La bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab”. Lo slogan che allude a uno dei veli tipici della religione islamica, quello che copre solo i capelli e le orecchie mentre lascia scoperto il viso, è accompagnato dalle immagini di donne sorridenti con e senza l’hijab. Quanto basta nel clima infuocato della campagna elettorale per le presidenziali francesi del 2022 a scatenare feroci critiche dal mondo politico. 

Il Consiglio d’Europa, istituzione internazionale che non appartiene all’Unione europea, ha pubblicato il video nell’ambito di una campagna contro i messaggi d’odio online “che prendono di mira, ad esempio, le comunità ebrea e musulmana”, ha detto ieri Christian Wigand, portavoce della Commissione europea, durante il briefing quotidiano coi giornalisti. Rispondendo alla domande dei corrispondenti francesi sul ruolo della Commissione nella diffusione del controverso filmato, Wigand ha spiegato che i tweet rimossi facevano parte di un progetto finanziato dall’esecutivo Ue. 

Nel 2019, ha spiegato il portavoce, Bruxelles ha stanziato 340.000 euro a favore della campagna gestita dal Consiglio d’Europa. Però, ha precisato Wigand, la Commissione non ha valutato né approvato il contenuto promozionale condiviso la scorsa settimana, ma poi rimosso a seguito delle polemiche. 

I primi a scagliarsi contro il messaggio per il presunto carattere promozionale dell’hijab sono stati vari politici di primo piano dell’estrema destra francese, a partire da Eric Zemmour e Marine Le Pen. “È quando le donne si tolgono il velo che diventano libere, non il contrario”, ha twittato la leader del Rassemblement National. “L'Islam è nemico della libertà”, ha commentato Zemmour. Tra i commenti più duri si registra anche quello di Manuel Valls, ex primo ministro socialista, che ha definito il messaggio “scioccante, sconcertante e pericoloso”.

“I tweet sono stati rimossi e penseremo a una migliore presentazione di questo progetto”, ha annunciato in un comunicato il Consiglio d’Europa. I messaggi “facevano parte di un progetto contro la discriminazione, il cui obiettivo era sensibilizzare sulla necessità di rispettare la diversità e l'inclusione e combattere ogni tipo di incitamento all’odio”, ha spiegato l’istituzione con sede a Strasburgo. La frase controversa “riflette le dichiarazioni rilasciate individualmente dai partecipanti a uno dei workshop del progetto e non rappresentano la posizione del Consiglio d’Europa”, conclude la nota.

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