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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Champagne e cene gourmet, il gruppo della Lega a Strasburgo restituisce 500 mila euro

Il Parlamento europeo ha denunciato che le spese fatte dagli eurodeputati francesi del partito di Le Pen, che siedono con il Carroccio nell'Enl, hanno violavato le norme sui finanziamenti pubblici. La leader era stata già condannata a dare indietro 300mila euro usati per pagare una assistente "fantasma"

Centinaia di bottiglie di champagne, costosi regali di natale, cene gastronomiche da 400 euro a persona. Sono queste le ragioni che hanno spinto il Parlamento europeo a condannare gli eurodeputati del gruppo dell'Europa delle Nazioni e della Libertà, di cui fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen, a restituire circa 500 mila euro all'Assemblea comunitaria. La decisione, presa ieri dalla conferenza dei presidenti, riguarda 477.780 euro di spese del 2016 e 66.427 del 2017 che secondo una audit hanno "violato il principio di sana gestione finanziaria" e "le norme sui finanziamenti pubblici".

Il vicepremier Salvini, ex deputato, dopo che la notizia era stata anticipata dal giornale francese le Canard Enchainé, aveva smentito ogni coinvolgimento diretto del suo partito. Le spese pazze sarebbero da attribuire al Rassemblement National, l'ex Front National, di Marine Le Pen, alleata di ferro di Salvini con cui condivide il gruppo a Strasburgo. Per Le Pen si tratta della seconda grana di questo tipi in un mese. A giugno era stata anche condannata dal Tribunale Ue, in quel caso personalmente, a restituire quasi 300 mila euro che erano stati utilizzati per pagare un'assistente, assistente che poi si era scoperto che non lavorava veramente per la politica francese quando questa era ancora eurodeputata.

Tra le spese di cui l'Aula ha preteso la restituzione ci sono centinaia di regali di Natale per un valore superiore a 100 l'uno e circa 230 bottiglie di champagne di cui sei costavano più di 80 euro. Il partito ha organizzato anche un ricevimento natalizio con 140 invitati per un conto di 13.500 euro. I pasti gourmet erano la vera passione degli eurodeputati della formazione di estrema destra francese e così tra le spese messe in conto all'Aula di Sruxelles sono spuntati un pasto con degli “industriale” al ristorante L'Ambroisie di Parigi, che sono costati 449 euro a persona, e un altro incontro organizzato per ragioni di "diplomazia" a Ledoyen vicino agli Champs-Elysees in cui due persone hanno speso 800 euro. Il gruppo ha provato a difendersi parlando di "diversa interpretazione" per quanto riguarda le spese che potevano essere pagate con soldi pubblici e ha promesso di "migliorare i meccanismi di controllo interno all'interno del gruppo".

I 500 mila euro non dovranno essere materialmente restituiti in quanto il Parlamento aveva già bloccato la somma togliendola dai 3 milioni di euro che spettano al partito di Le Pen per il 2018. Il Raggruppamento nazionale a Strasburgo ha 35 deputati che siedono nel gruppo dell'Europa delle Nazioni e della Libertà insieme alla Lega di Matteo Salvini, alleato di ferro di Le Pen.

Sulla questione delle indennità di spesa per gli eurodeputati è intervenuto il vicepresidente David Sassoli del Partito Democratico che ha denunciato che l'Aula “ha disatteso le aspettative dei cittadini che chiedevano più trasparenza” sul loro utilizzo. Sassoli afferma che la riforma che è stata fatta in materia non è abbastanza ambiziosa. A passare, ha spiegato, “è una non riforma che non impone i controlli e la tracciabilità delle spese dei deputati necessarie per garantire la trasparenza, lo abbiamo proposto, ma abbiamo perso, con un voto trasversale di cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità".

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