rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Legalizzare l'aborto, l'Irlanda al voto il 25 maggio

L'interruzione di gravidanza è ancora vietata nel Paese e le donne che la praticano rischiano fino a 14 anni di prigione. Ma in tante comprano pillole illegali online o si recano nel Regno Unito per abortire

Nel maggio del 1978 gli italiani furono chiamati a votare in un referendum se consentire o meno il diritto di aborto. Da allora le donne del nostro Paese possono terminare una gravidanza entro 90 giorni dal concepimento. In Irlanda un referendum simile si terrà il prossimo 25 maggio, quasi 40 anni dopo il nostro. Nell'isola l'interruzione di gravidanza è consentita solo quando la donna è in pericolo di vita, e chi lo pratica rischia fino a 14 anni di galera.

I cattolici divisi

I cittadini irlandesi saranno ora chiamati a decidere se abolire il cosiddetto ottavo emendamento, la legge che dà alla donna e al feto gli stessi diritti. Se vincerà il sì il governo si è impegnato a promulgare al più presto una legge che consentirà l'aborto entro 12 settimane dal concepimento, e anche dopo in caso di rischi gravi per la vita della donna.

A favore dell'abolizione dell'ottavo emendamenti i laburisti e lo Sinn Fein, mentre i due principali partiti del Paese fortemente cattolico, Fine Gael e Fianna Fail, hanno lasciato ai propri iscritti e sostenitori libertà di coscienza. Il Taoiseach, il premier irlandese, Leo Varadkar del Fine Gael, si è però da subito schierato a favore del sì. “Nei fatti già abbiamo l'aborto in Irlanda ma è pericoloso, non regolato e illegale”, ha affermato riferendosi al fatto che ogni anno circa 3.500 donne si recano nel Regno Unito per abortire, spendendo dalle 400 alle 2mila sterline, e altre 2mila ordinano pillole abortive illegali online, che prendono da sole a casa senza nessuna supervisione medica, cosa che può essere molto pericolosa.

Eccezioni ammesse solo dal 2013

L'ottavo emendamento è stato introdotto nel Paese nel 1983 ma a partire dal 1992 furono introdotti il tredicesimo e il quattordicesimo emendamento, con cui venne stabilito rispettivamente che il divieto di aborto non limitava la libertà di viaggiare dentro e fuori dallo Stato per interrompere la gravidanza, né tanto meno di fornire informazioni sui servizi abortivi all'estero. Solo nel 2013 fu ammessa un'eccezione al diritto di aborto solo in caso di rischio concreto di vita della madre. L'eccezione fu introdotta sull'onda dell'indignazione per la morte di Savita Halappanavar, una dentista indiana che aveva avuto delle gravi complicanze della gravidanza e a cui i medici avevano negato l'aborto. Dopo il rifiuto la donna aveva avuto una grave infezione che la portò alla morte.

Un altro caso emblematico, nella storia della lotta al diritto all'aborto in Irlanda, risale al 1992, quando una ragazza di appena 14 anni rimase incinta del suo stupratore. La giovane, che minacciava il suicidio, voleva andare nel Regno Unito per abortire ma i giudici le negarono questa possibilità. La Corte Suprema però ribaltò la decisione del procuratore generale invitando il governo a legiferare per consentire terminazioni quando la vita di una madre era a rischio, incluso un rischio legato alla possibilità di un suicidio.

Se l'aborto sarà legale o meno in futuro lo decideranno i 3,2 milioni di cittadini chiamati alle urne venerdì 25 maggio. Al momento i sondaggi danno la vittoria del sì come la più probabile. Per il Paese sarebbe una vera e propria rivoluzione.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Legalizzare l'aborto, l'Irlanda al voto il 25 maggio

Today è in caricamento