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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I leader Ue non ascoltano Draghi e Sanchez: al vertice non si parla di migranti

Il premier italiano e quello spagnolo avevano annunciato di voler discutere del tema al summit di Bruxelles. Sassoli: "Europa non si volti dall'altra parte, sia trattato al Consiglio di giugno". L'attivista Oscar Camps mostra le foto di bambini morti sulla spiaggia libica in seguito a un recente naufragio

Non sono stati sufficienti né i migliaia di migranti ammassati negli scorsi giorni al confine africano della Spagna, né i recenti naufragi che hanno fatto salire il numero delle vittime sulla tratta tra la costa libico-tunisina e l'Italia. I leader dell'Ue hanno deciso che l'agenda del summit in corso a Bruxelles non poteva essere modificata. E nonostante due premier, Mario Draghi e Pedro Sanchez, avessero segnalato prima del vertice di voler sollevare l'argomento, alla fine l'incontro tra i leader europei non tratterà della questione migranti. 

Sassoli: "Ue non si volti dall'altra parte"

"Alcuni leader hanno introdotto la questione, e tra questi Sanchez, che ha ricordato i fatti di Ceuta, ma non siamo entrati nella sostanza, ne parleremo in una prossima riunione, anche sulla base delle proposte che farà la Commissione", ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel durante la videoconferenza stampa di questa notte, alla fine della prima giornata del vertice. Meno diplomatico il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli: "Pensiamo che il Consiglio Ue e tutte le istituzioni non possano voltarsi dall'altra parte rispetto a quello che succede nel Mediterraneo - ha detto anche lui in conferenza stampa - Pensiamo che le questioni dell'immigrazione vadano affrontate con pragmatismo e concretezza. Abbiamo la necessità con realismo di affrontare questo problema e di farlo rapidamente. Tutte le istituzioni europee si impegnino per trovare una soluzione in maniera efficace", ha ribadito prima di concludere con l'augurio che il tema "sia trattato al prossimo Consiglio europeo" del 24-25 giugno "con profondità". 

Il Patto che non piace all'Italia

Nei giorni scorsi, il governo italiano aveva fatto trapelare l'intenzione di rimettere in discussione il Patto Ue per le migrazioni presentato lo scorso settembre dalla Commissione europea. Il testo non elimina il principio del Paese di primo ingresso (osteggiato da Italia, Spagna e Grecia, tra gli altri) e introduce un meccanismo di solidarietà che, stando anche a uno studio di alcune ong, non avrebbe effetti tangibili nel ridurre il carico dell'accoglienza sui Paesi più esposti ai flussi. Inoltre, si prevede la creazione di nuovi hotspot in questi Stati membri, che potrebbero portare a nuove tensioni interne. Da qui, il rifiuto di Roma e Madrid in particolare, che chiedono invece una misura concreta per equilibrare gli oneri tra i Paesi Ue. 

La nuova strage

Mentre a Bruxelles si polemizza sul mancato punto sui migranti in agenda, su una spiaggia al confine tra Libia e Tunisa sono apparsi i corpi di alcuni bambini morti in un naufragio, molto probabilmente di un barcone che tentava di raggiungere l'Europa. A darne notizia, con tanto di foto, è stato Oscar Camps, attivista catalano e fondatore di Open Arms: "Sono ancora sotto shock per l'orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita. Sono stati abbandonati su una spiaggia a Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro". E poi ancora: "Corpi abbandonati. Vite dimenticate. L'orrore tenuto lontano perché scompaia. Vergogna Europa", conclude.

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