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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brexit, l'Europa: "cuore" e "porte aperte" a un ripensamento britannico

Il Presidente del Consiglio Tusk e quello della Commissione Juncker pronti a riaccogliere il 'figliol prodigo' britannico. Intanto i negoziati vanno avanti: "ora arriva il lavoro più duro"

Il “cuore” e le porte” dell’Europa rimangono aperti ad un ripensamento britannico sulla Brexit. Tanto il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk quanto quello della Commissione Jean-Claude Juncker hanno voluto oggi ribadire, nella plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, che sono pronti a riabbracciare il ‘figliol prodigo’ britannico.

Tusk: "i nostri cuori sono aperti per voi"

"A meno che non ci sia un cambiamento di cuore tra i nostri amici britannici”, ha affermato Tusk, “la Brexit diventerà una realtà, con tutte le sue conseguenze negative, a marzo del prossimo anno. Noi, qui nel continente, non abbiamo cambiato idea: i nostri cuori sono ancora aperti per voi".

Juncker: "le nostre parole siano intese chiaramente a Londra"

"Il presidente Tusk – l’eco di Juncker - ha detto che le nostre porte restano aperte, spero che queste cose siano intese chiaramente a Londra".

La Ue prova quindi a inserirsi nella stretta breccia aperta da chi nell’isola chiede di ripetere il voto, un argomento lanciato anche da Tony Blair e che settimana scorsa ha conquistato, anche se per altri fini, pure il grande teorico e fomentatore dell’abbandono britannico del club comunitario: Nigel Farage.

Per l’ex leader del partito eurofobico UKIP, il referendum andrebbe rifatto proprio per “zittire” tutti quelli che chiedono un passo indietro di Londra, un’opzione prontamente rigettata dalla premier Theresa May, preoccupata invece che la ripetizione del voto potrebbe portare proprio ad un risultato ben diverso da quello che ha portato la Gran Bretagna a iniziare il cammino che porta fuori dalla Ue.

Serrare le fila tra i 27, arriva il lavoro più duro 

Intanto, pur lasciando cuori e porte aperte, la Ue fa i conti con i negoziati con Londra. "Sulla Brexit – ha affermato ancora in aula Tusk - sono stati fatti sufficienti progressi nella prima fase dei negoziati, e sono state adottate le linee guida per la prossima fase. Il negoziatore Barnier ha fatto un duro lavoro, mentre da parte del Regno Unito serve maggiore chiarezza". "Davanti a noi ora – ha concluso il Presidente del Consiglio Ue - c'è il lavoro più duro, serve coesione fra i 27".


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