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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Aiutare i rifugiati anche con le armi, ma a casa loro: l'Austria di Kurz pronta a dividere l'Europa

Il sistema della quote non funziona, "è una politica fallita", accusa il neo premier austriaco pronto ad usare anche le armi per aiutare migranti e rifugiati, ma nel loro continente.

Il nuovo governo austriaco continua a sparigliare le carte europee sul fronte dei migranti. "Costringere i Paesi ad accogliere i rifugiati non aiuterà l'Europa", ha affermato il neo cancelliere austriaco Sebastian Kurz dalle pagine del Bild am Sonntag. Un nuovo attacco contro la politica di ripartizione dei richiedenti asilo messa in atto, peraltro tra mille problemi e ben pochi entusiasmi (a Est), da Bruxelles.

Nel mirino il sistema di quote e il Regolamento di Dublino

L'attacco del leader del nuovo governo di destra ed ultradestra austriaco rischia però di fare anche un'altra vittima, potenzialmente più illustre. Nel mirino di Kurz non c'è solo il programma di distribuzione dei richiedenti asilo, ma anche la riforma del Regolamento di Dublino, il testo che indica le procedure da seguire per i rifugiati che giungono nella Ue. 

"Se continuiamo così divideremo l'Ue e gli Stati membri decideranno ognuno per conto proprio quante persone accogliere", ha aggiunto il nuovo premier austriaco, "le discussioni sulle quote sono in larga parte prive di senso perché", sostiene sempre Kurz, "i migranti che intendono venire in Europa non vogliono andare in Bulgaria o Ungheria, bensì in Germania, Austria o Svezia". 

A inizio 2018 i 28 dovranno iniziare a discutere la loro posizione comune sulla riforma di Dublino quando già il Parlamento Ue si è espresso per modificare le regole, abbandonando il principio secondo cui è il paese di primo ingresso - leggi Italia, Grecia o Spagna - a doversi far carico della pratica, instituendo al suo posto un sistema automatico di ripartizione dei rifugiati. 

Investire militarmente per aiutarli a casa loro

Invece di investire su quella che definisce una "politica fallita", il cancelliere austriaco ha chiesto all'Ue di sostenere "anche militarmente" ulteriori sforzi per aiutare i migranti nel loro paese d'origine o negli Stati vicini. "Il confine che separa asilo e migrazione economica è attualmente del tutto labile" ha anche aggiunto nell'intervista al media tedesco.

"Se ciò non è possibile, allora dovrebbero essere aiutati in aree sicure del proprio continente", ha aggiunto Kurz secondo cui "l'Ue dovrebbe sostenere questo, forse anche organizzarlo, e appoggiarlo militarmente". Non è chiaro dall'intervista che tipo di supporto militare abbia previsto il neo premier.

Man forte al gruppo di Visegrad

Ad opporsi al sistema di ripartizione deciso da Bruxelles ed anche alla riforma del regolamento di Dublino sono i Paesi del gruppo di Visegrad, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, a cui ora va a dar loro manforte l'Austria di Kurz. Dall'altro lato, Italia, Germania, Spagna, Grecia e Svezia premono le quote e per una riforma del regolamento di Dublino. 

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