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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Balcani esplosivi / Serbia

C'è solo un generale italiano che può fermare la guerra tra Serbia e Kosovo

Belgrado ha chiesto alla Nato di inviare oltre mille tra militari e forze di polizia nel nord del Kosovo: la decisone nelle mani di Ristuccia, comandante della forza di pace Kfor

La Serbia ha presentato richiesta ufficiale di schierare 1000 membri delle sue forze di sicurezza nel nord del Kosovo alla forza di pace Nato presente nella regione diventata formalmente autonoma nel 2008 e teatro di forti tensioni tra etnia albanese e serba.

Sarà ora un italiano, il generale Ristuccia a capo della missione Kfor a dover acconsentire alla richiesta di Belgrado di schierare 1000 tra soldati e agenti di polizia. Secondo il presidente Vucic Ristuccia non potrebbe rispondere in maniera negativa in base al testo della risoluzione 1244 delle Nazioni Unite.

Una clausola della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza dell'Onu del 1999 - oltre a sancire la presenza internazionale delle Nazioni Unite e della Nato nella regione - garantiva a Belgrado la possibilità di intervento a garanzia di sicurezza dei serbi e delle loro proprietà, come pure delle chiese e dei monasteri ortodossi nella repubblica diventata poi indipendente nel 2008. 

"Abbiamo ricevuto la lettera da parte della Serbia e attualmente stiamo esaminando questa richiesta", ha fatto sapere la Kfor in un comunicato ai media a Pristina, aggiungendo di aassicurando di "essere estremamente vigile e pienamente in grado di adempiere al suo mandato ricevuto dalle Nazioni Unite".

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Proprio ieri la repubblica di Kosovo ha fatto domanda ufficiale di ammissione all'Unione europea, ma il percorso non sarà affatto semplice, anzi, piuttosto impossibile in quanto cinque Paesi membri  - Grecia, Spagna, Slovacchia, Romania e Cipro - che non riconoscono l'indipendenza del Kosovo e "che non cambieranno tale posizione" ha detto il ministro degli Esteri della nazione, Ivica Dacic, che ha aggiunto che insieme al presidente Aleksandar Vucic, è "in costante contatto con quei Paesi".

La crisi tra Serbia e Kosovo si era intensificata dopo l'invio di personale militare di Pristina che controlla l'enclave serba di Mitrovica nel nord della repubblica kosovara, con i serbi che proseguono coi blocchi stradali e le barricate per protesta contro l'arresto di un ex agente serbo della polizia kosovara, e in generale contro la politica di Pristina, ritenuta ostile alla popolazione serba locale.

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