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Martedì, 19 Marzo 2024
Qatargate

Kaili resta in carcere, sequestrato suo terreno in Grecia di 7mila metri quadrati

I giudici hanno deciso di prolungare di un mese l'arresto preventivo nei confronti della ex vicepresidente del Parlamento Ue che accusa il suo compagno di aver "tradito la sua fiducia"

L'eurodeputata Eva Kaili, coinvolta nello scandalo del Qatargate, resterà in carcere. Lo hanno stabilito i giudici del Belgio che hanno prorogato gli arresti preventivi per un altro mese, mentre proseguono le indagini sulle accuse di corruzione in cambio di influenze a Bruxelles a favore di Qatar e Marocco. La 44enne socialista greca, a cui il 13 dicembre è stata tolta la carica di vicepresidente del Parlamento, è comparsa oggi in un'udienza a porte chiuse davanti alla Camera di Consiglio di Bruxelles dove ha negato tutte le accuse. In carcere ci sono anche l'ex deputato Antonio Panzeri e il suo ex assistente Francesco Giorgi, che è anche compagno di Kaili.

E sempre oggi l'autorità antiriciclaggio greca ha sequestrato un terreno di 7 mila metri quadrati che l'eurodeputata socialista e il suo partner, avevano acquistato sull'isola greca di Paros. Lo riferiscono i media locali, secondo cui il sequestro sarebbe stato deciso nell'ambito dell'indagine penale preliminare che la Procura per i reati economici greca ha aperto nei confronti dell'ex vice presidente del Parlamento Ue per i presunti reati di riciclaggio e corruzione passiva.

Secondo i media locali, il congelamento della proprietà a Paros potrebbe aprire la strada a un processo penale contro la donna nel suo Paese di origine se si dimostrerà che la coppia ha acquistato il terreno con i soldi di attività illegali. Inoltre, è stato congelato un conto bancario comune che la coppia ha utilizzato per acquisire la proprietà. Kaili è uno dei quattro sospetti incarcerati dopo essere stata accusata di "appartenenza a un'organizzazione criminale", "riciclaggio di denaro" e "corruzione", insieme a Giorgi, Panzeri e Niccolò Figa-Talamanca, il segretario generale della Ong No Peace Without Justice fondata da Emma Bonino.

Ex conduttrice televisiva, divenuta una figura controversa all'interno del partito socialista greco, che l'ha espulsa non appena sono state fatte le prime rivelazioni, Kaili ha ripetutamente negato di aver ricevuto denaro dal Qatar ma nel suo appartamento di Bruxelles sono state trovate borse piene di banconote per un valore di 150mila euro. Secondo alcune indiscrezioni sulla stampa la donna agli inquirenti avrebbe affermato che quei soldi fossero di Panzeri e che il suo compagno li avrebbe avuti solo in consegna. Kaili "non sapeva dell'esistenza di questo denaro", aveva dichiarato il suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos, secondo il quale Giorgi aveva "tradito la fiducia" della sua compagna.

In Belgio, l'indagine sul cosiddetto Qatargate, condotta dal giudice finanziario Michel Claise, ha portato a 20 perquisizioni tra il 9 e il 12 dicembre, anche presso il Parlamento europeo a Bruxelles. Lo stesso padre di Kaili era stato trattenuto per 48 ore nella capitale belga, dopo essere stato sorpreso con una valigia contenente 750mila euro in contanti. Altri 600mila euro sarebbero stati sequestrati a casa di Panzeri, il fondatore della Ong Fight Impunity finita al centro dello scandalo, che è l'uomo che secondo gli inquirenti sarebbe la mente dell'organizzazione. Anche sua moglie e sua figlia, oggetto di un mandato di arresto europeo, sono state arrestate in Italia.

Inizialmente arrestato ma poi rilasciato è stato anche il leader del sindacato mondiale Ituc, Luca Visentini, amico di Panzeri, che ha ammesso questa settimana di aver ricevuto una donazione in contanti di circa 50mila euro da Fight Impunity, ma ha assicurato che non era legata ad alcun tentativo di corruzione o di traffico di influenze per il Qatar.

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