Johnson positivo al coronavirus: “Dall'isolamento continuerò a lavorare per fermare l'epidemia”
Anche il ministro della Salute e il principale consigliere medico hanno contratto il virus. Il premier dice di avere "sintomi lievi" e ringrazia i medici del Paese: “Batteremo questo male insieme”
A furia di parlare di immunità di gregge alla fine Boris Johnson avrà deciso di dare l'esempio. Il premier britannico è risultato positivo al coronavirus, e non solo lui- Positivi sempre oggi sono risultati anche il Segretario di Stato alla Salute, Matt Hancock, e addirittura il chief medical officer, Chris Whitty. Tutti si sono messi in autoisolamento per sette giorni, come anche il principe Carlo, di cui pure ieri si è avuta notizia del contagio.
Il video su Twitter
A dare la notizia della malattia è stato lo stesso Johnson, in un video su Twitter, in cui ostenta sicurezza e tranquillità, spiegando che si è messo in isolamento ma che continuerà a guidare il Paese grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. “Ho sviluppato sintomi lievi e su consiglio del medical adviser ho fatto il test e sono risultato positivo. Quindi da ora lavorerò da casa. Mi metto in isolamento, è la cosa giusta da fare. Ma state certi che continuerò a comunicare con il mio team per guidare la battaglia nazionale contro l'epidemia”, afferma nel video.
Over the last 24 hours I have developed mild symptoms and tested positive for coronavirus.
— Boris Johnson #StayHomeSaveLives (@BorisJohnson) March 27, 2020
I am now self-isolating, but I will continue to lead the government’s response via video-conference as we fight this virus.
Together we will beat this. #StayHomeSaveLives pic.twitter.com/9Te6aFP0Ri
Il ringraziamento ai medici
Johnson ha poi ringraziato tutti coloro che sono coinvolti nella battaglia contro la pandemia, “ma innanzitutto lo straordinario personale dell'Nhs”, il servizio sanitario pubblico, a cui ieri sera, come gran parte del popolo britannico, ognuno dalle proprie finestre di casa, ha riservato alle 8 in punto un forte applauso. “È stato commovente”, ha spiegato il premier che ha poi rigraziato anche “la polizia, i lavoratori del settore sociale, gli insegnati”, e tutti quelli che stanno prendendo parte “a questo straordinario sforzo nazionale” per battere la malattia. Un pensiero è stato rivolto anche a tutti i cittadini che stano rispettando la quarantena, ma soprattutto “ai 600mila che si sono offerti di fare i volontari per prendere parte allo sforzo nazionale per proteggere le persone più a rischio”. “Ce la faremo”, ha assicurato, ma “per farlo dobbiamo rispettare le misure che abbiamo deciso. Più lo faremo, più velocemente batteremo l'epidemia”.
On behalf of the whole country, I want to thank all the incredible nurses, doctors, NHS support staff & carers who are working flat out to fight coronavirus 👏 #ClapForOurCarers #ClapForNHS
— Boris Johnson #StayHomeSaveLives (@BorisJohnson) March 26, 2020
To help them, and protect the NHS, we need everyone to stay at home #StayHomeSaveLives pic.twitter.com/kpdQ5KHQiy
L'isolamento e i possibili contagi
Johnson lavorerà quindi nel suo ufficio al numero 10 di Downing street, dove ora vive da solo. La sua compagna, Carrie Symongs, che è incinta e quindi categoria a rischio, si era messa da tempo in isolamento nel suo appartamento. Al premier verrà portato il cibo alla porta e nel suo ufficio sono stati installati schermi per permettegli di fare videoconferenze. Già tre giorni prima dell'annuncio, martedì mattina, il premier aveva iniziato a presiedere le riunioni di gabinetto tramite videolink con quasi tutti i suoi ministri. Solo Hancock, Whitty (entrambi ammalati) e Sir Mark Sedwill, il segretario del gabinetto, erano con lui nella stanza. I medici stanno provando a tracciare anche gli altri incontri per isolari altri possibili contagiati nel governo e nel suo staff, che potrebbero non essere pochi.
La polemica sulle strette di mano
In una conferenza stampa il tre marzo, quando i casi nel paese erano sltanto 100, Johnson aveva minimizzato l'importanza delle misure di distanza sociale. Dopo una visita in un ospedale addirittura disse cadidamente: "C'erano diversi pazienti coronavirus eppure io ho stretto tranquillamente la mano a tutti". La cosa scatenò non poche polemiche e fu lo stesso premier a fare retromarcia una settimana dopo, quando la gravità della situazione divenne più chiara a tutti. "A tutti noi è stata data un'istruzione di non stringere la mano e c'è una buona ragione per non stringere la mano, gli psicologi comportamentali dicono che se non stringi la mano a qualcuno che mandi loro un messaggio importante sull'importanza di lavarti mani", disse.