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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Italo-afghano scambiato per clandestino denuncia: "Picchiato da polizia ed espulso in Turchia"

L'uomo originario dell'Afghanistan risiede legalmente in Italia da molti anni. Si trovava in Grecia per lavorare come interprete per l'Ue

Un interprete dell'Unione europea residente in Italia ha denunciato di essere stato aggredito, arrestato ed espulso in Turchia dalle autorità greche che lo avrebbero scambiato per un migrante. La testimonianza del dipendente dell’Ue, che ha parlato sotto anonimato, somiglia a tanti episodi riportati in precedenza dalle ong a tutela dei diritti umani, ma sistematicamente accusate dal governo di Atene di diffondere "fake news". L’interprete avrebbe però fornito le prove della sua detenzione illegittima all’agenzia Ue di frontiera Frontex, che si starebbe occupando del caso. 

L’interprete ha raccontato la sua disavventura al New York Times, che ha riportato i particolari della vicenda. La presunta vittima del trattamento illecito da parte delle forze dell’ordine ha dichiarato che nel mese di settembre gli agenti greci lo avrebbero scambiato per un richiedente asilo. Di qui l’aggressione e, di fatto, il sequestro dell’individuo che è stato poi costretto ad oltrepassare il confine con la Turchia assieme a un centinaio di migranti trattati allo stesso modo. Una violazione non solo dei diritti dell’interprete, ma anche di quelli dei richiedenti asilo che non possono essere rimpatriati fino a una decisione definitiva sulla loro domanda di protezione, tantomeno possono essere respinti oltre il confine più vicino. 

Il lavoratore dell’Ue ha inoltre rivelato di essere stato picchiato e spogliato dalla polizia che avrebbe sequestrato i telefoni, il denaro e i documenti in possesso dell’interprete e dei migranti arrestati prima di essere espulsi in Turchia. I tentativi dell’interprete di spiegare alla polizia la sua identità sarebbero stati accolti da risate e percosse. L’uomo - racconta il New York Times - è stato condotto con la forza in un magazzino all’interno del quale si trovavano almeno altre cento persone. Tra loro c’erano anche donne e bambini. La disavventura si è conclusa con l’imbarco forzato su gommoni e dunque la traversata del fiume Evros, che segna il confine tra Grecia e Turchia. “L'Unione Europea, che spesso ha distolto lo sguardo dagli abusi sui migranti, è ora costretta ad affrontare il problema”, ha scritto Matina Stevis-Gridneff, corrispondente dall’Europa per la testata americana e autrice dello scoop. 

Dopo il trasferimento forzoso in Turchia, l’interprete è riuscito a raggiungere Istanbul, dove ha ricevuto assistenza consolare dalle autorità italiane, ed è stato infine rimpatriato in Italia il 18 settembre scorso. L’uomo di origine afghana ha infatti vissuto per anni nel Belpaese, dove risiede legalmente. “La Farnesina non ha risposto alle richieste di commento” del New York Times.

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