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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'Europa piace agli europei. Ma non agli italiani

Ci sono timidi segni di ripresa, ma il Belpaese si conferma tra i meno contenti di appartenere al club comunitario. E così a un anno dalle Europee siamo meno eurofili dei britannici. Lo studio del Parlamento Ue sui sentimenti dei cittadini comunitari. Che nei movimenti cosiddetti "populisti" vedono un segnale di speranza

Non siamo al divorzio, a tirare i piatti come hanno fatto, non senza qualche rimpianto, i britannici, ma di certo non è sbocciato di nuovo l'amore tra l'Italia e l'Europa. E se mai c'è stato, il sentimento europeo fa fatica a tornare anche ora che gli anni più bui della crisi si allontanano. 

A un anno esatto dalle elezioni europee del 2019, l'Italia dà infatti segni di timida ripresa quanto a sentimenti pro-europei, ma la musica non cambia: siamo sempre in fondo alla classifica dei paesi eurofili. Per quanto la percentuale di chi apprezza la Ue passi dal 36 al 39%, con un più 3% rispetto a sei mesi fa, nel Belpaese a Ue non tira e il nuovo probabile governo, figlio del matrimonio di due forze euroscettiche, ne è in fondo la naturale conseguenza. O, almeno, un ulteriore sintomo di questo disamore europeo. Tanto per fare un paragone, i britannici che hanno staccato la spina dalla Ue vedono comunque ben più positiviamente di noi - sono al 47% di giudizio positivo contro il nostro 39% - l'appartenenza a quel club comunitario che peraltro hanno deciso di abbandonare. 

La tua voce conta in Europa?

Peggio dell'Italia, stanno solo i croati, al 36% di giudizio positivo, ed i cechi, al 31%. La media Ue è del 60%, il record dal 1983, con i lussemburghesi a guidare la lista dei più eurocontenti, l'85% della popolazione, seguiti da irlandesti, 81%, tedeschi e olandesi, al 79%. Il giudizio negativo non finisce: solo il 30% degli italiani considera che la sua voce conta nell'Ue, contro una media europea del 48%. Ultimo posto in classifica sul fronte dei benfici: solo il 44% degli italiani considera che l'appartenenza al club comunitaria sia stata beneficiosa, un dato in decisa crescita, un +5%, ma molto lontano dalla media Ue del 67% ed anche dal penultimo paese in classifica, la Gran Bretagna al 53%. 

A un anno dalle europee: i temi della campagna

Per gli italiani, i temi centrali per la prossima in campagna elettorale sono l'immigrazione (66%), la lotta alla disoccupazione giovanile (60%), l'economia e la crescita (57%) e la lotta al terrorismo (54%). Parzialmente diverse, invece, le questioni che stanno più a cuore in media agli europei: quasi la metà (49%) mette al primo posto la lotta contro il terrorismo, poi disoccupazione giovanile (48%), terza l'immigrazione (45%) e infine economia e crescita (42%). Serve quindi, secondo la maggior parte degli europei (56%) e ancor più degli italiani (71%), un "vero cambiamento" e questo, secondo gli intervistati, può essere portato avanti dai movimenti e partiti anti-establishment. 

Come portare gli elettori a votare

Quanto al tema specifico delle elezioni europee, per il 53% degli italiani intervistati la scelta del presidente della Commissione Ue da parte dell'Europarlamento li motiverebbe ad andare a votare, mentre per il 68% ci dovrebbe essere un dibattito sulle questioni europee e sul futuro dell'Ue. Allo stesso tempo il 42% degli italiani vorrebbe attribuire al Parlamento europeo un ruolo più importante (media Ue al 47%), mentre il 28% ridurne i poteri. Il 34% dichiara anche di avere un'immagine positiva dell'istituzione, mentre il 22% ne percepisce una negativa.

"Le prossime elezioni europee - il commento del Presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani - saranno senza dubbio una battaglia, non solo tra i partiti tradizionali di destra, sinistra e centro, ma anche tra coloro che credono nei vantaggi di proseguire con la cooperazione e l'integrazione a livello dell'UE e coloro che vanificherebbero i risultati raggiunti negli ultimi 70 anni".

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