Gli italiani hanno dimezzato gli accessi ai siti pirata. E ora sono tra i più "corretti" d’Europa
Le visite medie ai portali illegali sono passate da oltre 10 al mese nel 2017 a 5,5 nel 2020. Nell’anno della pandemia le violazioni sul web del diritto d’autore sono calate del 34 per cento
Gli italiani stanno abbandonando i siti pirata. Tra il 2017 e il 2020 l'accesso complessivo a film, musica, libri e altri contenuti piratati nel Belpaese si è infatti dimezzato, passando da una media superiore ai 10 accessi al mese ai siti illegali ai 5,5 accessi medi mensili del 2020. È quanto emerge dall’ultimo studio dell’Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo). In termini settimanali, gli italiani sono passati da una media di 2,5 accessi a settimana ai siti illegali a poco più di una visita a settimana ai portali che non rispettano il diritto d’autore.
Oltre l’80 per cento della pirateria nell’Ue nel 2020 è avvenuto in streaming e ha riguardato principalmente la TV (70 per cento del totale), seguita da film (20 per cento) e musica (10 per cento). Nonostante un aumento temporaneo durante i primi mesi della pandemia, nel complesso, il fenomeno della pirateria online nell’Unione europea è calato del 34 per cento nel solo 2020.
Nel 2020, gli utenti di internet europei hanno ‘consumato’ in media 5,9 volte al mese contenuti in violazione del diritto d'autore. L’Italia è dunque leggermente sotto la media (5,5 accessi mensili) preceduta dai Paesi più virtuosi nella lotta alla pirateria: Polonia, Germania, Finlandia e Romania. Gli ultimi della classe sono invece i Paesi baltici: Lettonia, Estonia e Lituania occupano i primi tre posti della classifica per numero di accessi ai siti pirata, con una media mensile che va dalle 13,9 alle 11,5 visite ai portali illegali.
"La diffusione dell'accesso a internet in tutta Europa è altamente positiva per l'accesso dei cittadini a contenuti culturali”, è stato il commento del direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau. “Purtroppo - ha aggiunto - questo facilita anche la violazione del diritto d’autore". "La pirateria, e la perdita di entrate che ne deriva, costituisce una grave preoccupazione e una minaccia diretta per le industrie creative”, ha avvertito il direttore. “Nonostante il calo positivo e costante del consumo di contenuti piratati dimostrato dallo studio - ha concluso - resta ancora molto da fare per contrastare la violazione dei diritti di proprietà intellettuale online".