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Lunedì, 22 Aprile 2024
Il report / Italia

L'Italia non è un Paese per Lgbt+: siamo 34esimi in Europa

Mentre i diritti sembrano aumentare nel continente, se si parla di uguaglianza lo Stivale rientra nelle ultime posizioni. Nel 2022 ancora tante violenze e discriminazioni

L'Italia è tra i peggiori Paesi d'Europa quando si parla di garantire i diritti delle persone Lgbt+. A dirlo è il nuovo rapporto del gruppo di advocacy che promuove gli interessi delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali nel continente (Ilga-Europe). I dati, che si basano su uno studio delle leggi e delle politiche che riguardano queste categorie, mettono lo stivale in 34esima posizione, poco sopra Bulgaria, Romania e Polonia, registrando quest'ultima la peggiore posizione per il quarto anno consecutivo, come riporta Politico.

Nel rapporto, pubblicato oggi, ad ogni Paese viene assegnato un voto che va dallo zero (gravi violazioni dei diritti umani) al 100% (piena uguaglianza). Come nel 2022, Malta si trova in cima alla lista con un punteggio dell'89%, seguita da Belgio e Danimarca, a pari merito con il 76%. Quanto all'Italia, invece, non si può parlare dello stesso successo, visto che raggiunge uno scarso 25%, leggermente di più dei Paesi con i numeri più bassi, prima fra tutti la Polonia con il 15%.

Il rapporto sottolinea che in Italia le cose non vanno male per quanto riguarda la partecipazione della comunità nella società civile, ma il quadro cambia drasticamente se si osservano altri fattori. Nello specifico, sono pari allo 0% le percentuali relative alle sfere che riguardano le tutele contro i crimini e il linguaggio d'odio nei confronti della comunità Lgbt+, come conseguenza anche del fallimento della legge Zan del 2021 che mirava proprio a punire questo tipo di comportamenti. Lo stesso discorso vale per il riconoscimento dei diritti quando si tratta di intersessualità, con cui si intende quella grande varietà di condizioni per cui una persona può nascere con variazioni genetiche, gonadiche e/o ormonali definite atipiche.

Secondo lo studio, nel 2022 in Italia i discorsi d'odio sarebbero stati frequenti, e tra gli esempi vengono citate le parole di Federico Mollicone, portavoce di Fratelli d'Italia per la cultura, che a settembre ha dichiarato che "in Italia le coppie omosessuali non sono legali" e che la genitorialità tra persone dello stesso sesso non è "normale". Anche i crimini (soprattutto le uccisioni) registrati sono stati purtroppo molti: il lavoro di monitoraggio di 'Non una di meno' (movimento femminista nato a Roma) ha identificato 112 omicidi di lesbofobia e transfobia a livello nazionale nel 2022.

Mentre sul piano dei diritti di asilo garantiti alle persone Lgbt+ le percentuali sono leggermente maggiori (33%), rimane ancora molto da fare quando si parla di uguaglianza e non discriminazione soprattutto nell'ambito lavorativo, con i dati che hanno registrato un preoccupante 9% nella penisola. Lo studio dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) ha rilevato che una persona Lgbt+ su quattro ha subito discriminazioni sul lavoro. Nell'ambito dell'istruzione, si sottolinea che il capo del governo Giorgia Meloni ha inoltre sostenuto il divieto di educazione sessuale nelle scuole e l'inclusione di persone Lgbt nei libri per bambini.

Quanto alla sfera dei diritti relativi alla famiglia le garanzie sono ancora limitate. A novembre, un tribunale di Roma ha stabilito che i genitori dello stesso sesso non possono essere chiamati "padre" o "madre" sul certificato di nascita del figlio, ma solo "genitore". A dicembre, invece, la Corte di Cassazione ha stabilito che, dopo una procedura di maternità surrogata, solo il padre biologico che ha donato lo sperma ha il diritto di essere registrato nel registro civile come genitore, mentre l'altro deve per forza adottare il figlio per avere lo stesso titolo, lamenta il report. Secondo l'analisi, al di fuori del blocco Ue, i peggiori Paesi in cui essere Lgbt+ nel continente europeo sono Azerbaigian, Turchia, Russia e Armenia.

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