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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Draghi 'fa pace' con i francesi: "In Libia lavoreremo insieme, basta conflitto"

A margine del vertice Ue, il premier annuncia una svolta nei rapporti con Parigi su Nord Africa e Sahel. Sullo sfondo, il possibile fronte comune per un Recovery fund 2.0

La polemica sulla vittoria dei Maneskin all'Eurovision ha rinfocolato in questi giorni, soprattutto su media e social, la mai sopita rivalità tra italiani e francesi. Ma a Bruxelles tira invece un'aria di pace e concordia sull'asse Roma-Parigi. Almeno stando alle parole del premier Mario Draghi, che a margine del vertice Ue ha annunciato un “nuovo importante passo” verso la “collaborazione” con la Francia in Nord Africa e nella regione del Sahel.

Per l'ex governatore della Bce, che in occasione del vertice ha avuto un bilaterale con il presidente Emmanuel Macron, si tratterebbe di un passo in qualche modo storico, che in qualche modo controbilancia la delusione per lo stallo su cui invece versa la riforme delle regole europee sull'immigrazione. Di mezzo, infatti, c'è la principale rotta dell'emigrazione africana verso l'Italia, in particolare la Libia, su cui Italia e Francia sono stati finora su fronti opposti.

Lo dice chiaramente Draghi, parlando a proposito del Nord Africa come di “una parte del mondo che ci ha sempre visti su lidi diversi, se non in conflitto”. Una situazione che sta cambiando, ha spiegato il premier, perché Italia e Francia si stanno ora muovendo verso una partnership: "L'intenzione è di lavorare insieme in quella parte dell'Africa".

Da parte sua, Macron ha confermato che nel bilaterale con Draghi si è parlato di Libia: "Abbiamo avuto una lunga discussione - ha spiegato a margine del vertice di Bruxelles -  L'obiettivo è di avere una politica estremamente coordinata e di partenariato sul dossier" libico. C'è la questione migratoria, "sulla quale sono convinto si possa trovare una soluzione" in materia di "relazioni con i Paesi d'origine o transito e migliore protezione delle frontiere comuni", ha detto Macron.  Ma ci sono anche altri elementi, come gli interessi economici e geopolitici dei due Paesi nel Mediterraneo. Mente a Bruxxelles c'è chi rilancia le voci di un asse italo-francese per un Recovery fund 2.0, ossia un nuovo fondo per la ripresa che entri in campo una volta esaurito quello lanciato in piena pandemia. Un argomento controverso su cui Germania e frugali già avrebbero innalzato barricate. 

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