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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Da Italia favori fiscali alle multinazionali”, al Parlamento Ue scoppia il caso Bruxelles Leaks 

Polemiche dopo le rivelazioni stampa sulle agevolazioni che l’ex governo Renzi avrebbe concesso ad alcune grandi aziende. Cofferati scrive alla Commissione Ue

Il governo italiano avrebbe portato avanti "politiche per favorire le multinazionali, offrendo forti sconti fiscali, in contrasto con le norme europee e internazionali”. Lo dice Sergio Cofferati, parlamentare europeo del gruppo dei Socialisti e dei Democratici. Il riferimento è ai Bruxelles Leaks, il caso sollevato da alcuni media europei su presunti trattamenti di favore che l’Italia, con la riforma fiscale dell’ex premier Matteo Renzi, avrebbe concesso ad alcune multinazionali.

Il "patent box"

Sul banco degli imputati c’è il regime di "patent box", volto a dimezzare le tasse, per almeno cinque anni, a decine di multinazionali titolari di brevetti, marchi, formule e sistemi di produzione innovativi. Per alcuni Stati membri dell’Ue (Germania e Belgio in primis), si tratterebbe di una misura fiscale dannosa in violazione delle regole Ocse. Le critiche sono contenute in un verbale delle riunione del Gruppo europeo del codice di condotta sulla tassazione delle imprese, gruppo che valuta per l’appunto il rispetto da parte delle norme nazionali dei limiti e degli standard fissati dall’Ocse (da cui proviene, tra l’altro, il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan). 

Il codice di condotta

Nel corso di questa riunione, scrive Cofferati in una interrogazione alla Commissione Ue, “l'Italia avrebbe ricevuto critiche pesanti dagli altri Stati membri”. Sotto la pressione degli altri Stati, “l'Italia ha alla fine deciso di modificare tale regime, confermando però i vantaggi impropri concessi alle multinazionali nel periodo transitorio”, compreso tra il primo luglio 2015 e il 31 dicembre 2016, “senza rendere pubblico l'elenco delle imprese coinvolte né l'ammontare degli sconti concessi e del mancato gettito", continua l'eurodeputato. "Ho inoltrato una interrogazione alla Commissione europea per richiedere conferme e chiarimenti sulla vicenda e un giudizio sulla regolarità del ‘patent box’ italiano, incluso il mantenimento dei vantaggi accordati nel periodo transitorio, e sulla mancanza di trasparenza del governo”.  
 
“La lotta contro evasione ed elusione fiscali – conclude Cofferati - passa necessariamente anche attraverso l'abbandono da parte dei governi europei, a partire da quello italiano, di misure fiscali dannose che li avvicinano ai paradisi fiscali".
 

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