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Giovedì, 18 Aprile 2024
La polemica / Israele

"Israele come la Russia: annette territori non suoi, ma l'Ue sta in silenzio"

L'attacco di un'europarlamentare di Renew Europe in una lettera a Borrell. Sotto accusa le elezioni svolte nelle zone occupate illegalmente dai coloni israeliani

La Commissione europea è stata accusata di doppiopesismo per la differenza di trattamento tra Russia e Israele nei confronti dei territori occupati da entrambi gli Stati. La critica arriva da parte di Salima Yenbou, europarlamentare 'macroniana' di Renew Europe, e da altri esponenti dei Verdi, tra cui l'italiana Rosa D'Amato, che nei giorni scorsi hanno presentato un'interrogazione all'esecutivo europeo in merito a una precedente dichiarazione del capo della diplomazia Ue, Josep Borrell.

"Come hai specificato", ha scritto Yenbou citando Borrell, "è ferma la posizione dell'Ue che gli insediamenti" israeliani in Cisgiordania "sono illegali ai sensi del diritto internazionale". "Tuttavia, accetti i risultati di tali elezioni, tenutesi in questi insediamenti illegali e le chiami persino 'una testimonianza della vibrante democrazia israeliana'".

Il riferimento è alle ultime elezioni politiche israeliane - tenutesi lo scorso primo novembre e vinte da Benjamin Netanyahu - nelle quali è stato consentito il voto dei coloni, che si sono potuti recare ai seggi negli insediamenti considerati illegali dall'Ue. "La questione ha quindi costruito un parallelo con le elezioni che la Russia ha organizzato nel 2019 in Crimea, anch'esso territorio occupato annesso illegalmente dalla Russia", ha ricordato la parlamentare europea. "In questo e in numerosi casi successivi che hanno coinvolto la Duma di Stato russa (ovvero il Parlamento di Mosca, ndr) e le elezioni regionali e locali tenutesi in Crimea, il Servizio europeo per l'azione esterna non ha esitato a dichiarare l'illegittimità di tali elezioni e che l'Ue non ne riconosce i risultati a causa dell'illegalità dell'annessione della Crimea secondo il diritto internazionale", ha aggiunto Yenbou.

"Non possiamo non chiederci - ha attaccato la parlamentare - quale sia la differenza fondamentale tra l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e l'annessione e gli insediamenti illegali nei territori occupati da Israele tale da giustificare una diversa reazione dell'Ue alle elezioni tenutesi nelle due zone". Di qui la richiesta della politica francese di "chiarire inequivocabilmente la posizione dell'Ue ai sensi del diritto internazionale sullo svolgimento delle elezioni israeliane nei territori occupati". Il tema, che può sembrare una questione di principio, assume una forte rilevanza politica nel momento in cui il governo Netanyahu si trova sotto pressione sulla riforma della giustizia che, secondo i più critici, metterebbe a rischio l'indipendenza della magistratura in Israele.

Gli israeliani hanno cercato di impedire l'incontro tra Netanyahu e Meloni

Nella parte finale della sua interrogazione, Yenbou ha ricordato che "secondo le Nazioni Unite il 2022 è stato l'anno più mortale per la Cisgiordania occupata da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a documentare sistematicamente le vittime nel 2005, con oltre 180 palestinesi uccisi dalle forze israeliane". "I primi due mesi del 2023, con oltre 60 palestinesi finora uccisi, fanno presagire un bilancio ancora più drammatico", ha aggiunto l'esponente di Renew Europe, lo stesso gruppo politico Ue di appartenenza di Azione, il partito guidato da Carlo Calenda. L'eurodeputata, segnalando "una vera crisi dei diritti umani in Palestina e in Israele", ha infine chiesto a Bruxelles di "impegnarsi in buona fede e onestà intellettuale" adottando "misure concrete e serie contro le mosse verso l'annessione illegale e l'espansione degli insediamenti nel territorio palestinese occupato".

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