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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Israele batte il Covid, ma niente vaccini ai palestinesi. E a Gaza è piena emergenza

Tel Aviv ha somministrato oltre 10 milioni di dosi, la Palestina meno di 200mila. E mentre le autorità israeliane mettono in guardia sul rischio che oltreconfine si sviluppino varianti, in Cisgiordania arrivano le fiale del programma Covax sostenuto anche dall'Ue e dall'Italia. Intanto, nella Striscia riesplodono le tensioni

Doppia dose somministrata al oltre il 55% della popolazione e tasso di nuove infezioni in caduta libera, dal picco di 10mila al giorno agli attuali 140 casi quotidiani. I numeri della campagna vaccinale di Israele parlano da soli. Quella messa in campo dal Paese mediorientale è stata di gran lunga la più efficiente immunizzazione di massa a livello mondiale e i risultati si vedono per le strade delle principali città israeliane, dove - come nota il 'Washington Post' - sembra di essere tornati al 2019. Ma, dall’altra parte della frontiera, i territori palestinesi subiscono una situazione diametralmente opposta, tanto che in Cisgiordania e Striscia di Gaza le autorità sono in massima allerta sul rischio varianti. 

L'Israele 'immune' non aiuta la Palestina 

A fronte del 62% della popolazione israeliana che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il tasso di somministrazione tra i palestinesi è ancora fermo al 3,2%. Una differenza abissale che racchiude l’enorme disparità economica e organizzativa tra le due parti della controversa frontiera israelo-palestinese. Interrogate dai giornalisti sulla mancanza di solidarietà nei confronti dei vicini palestinesi, le autorità israeliane hanno fatto sapere di non avere vaccini extra da distribuire oltreconfine e di aver già somministrato ai cittadini israeliani tutte le dosi a disposizione. Israele ha comunque fornito dosi per gli operatori sanitari dei territori vicini e per i quasi 130.000 palestinesi che lavorano in Israele. Non abbastanza per fermare l’avanzata del virus e anche le autorità sanitarie israeliane si dicono allarmate dalla possibilità che a Gaza o in Cisgiordania si possano sviluppare nuove varianti trasmissibili anche ai vaccinati. Israele può comunque contare su un tasso di vaccinazione di quasi il 90% tra la popolazione over 50, quella più vulnerabile. 

La pandemia e le diseguaglianze

Dall’altra parte del confine, invece, la Palestina ha ricevuto di recente appena 72.000 dosi del vaccino AstraZeneca arrivate in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza come parte del programma globale Covax per rifornire dosi ai Paesi poveri. Dall’inizio della campagna di vaccinazione, la Palestina ha somministrato 192.315 dosi a fronte di una popolazione di 4,6 milioni di abitanti. Israele, che conta circa 9 milioni di abitanti, ha invece somministrato oltre 10 milioni di dosi, una media di quasi 1,2 per ogni cittadino. Un’ennesima dimostrazione delle profonde diseguaglianze che la pandemia ha reso ancora più evidenti.

Riesplodono le proteste

Ma a Gaza non c'è solo l'emergenza Covid: nelle ultime ore sono riesplose le tensioni tra arabi e coloni israeliani: 36 razzi dalla Striscia in poche ore, raid israeliani in risposta contro obiettivi di Hamas. Il tutto dopo una serie di scontri alla Porta di Damasco della Città Vecchia, definiti da Hamas come un "complotto israeliano contro la Moschea di Al-Aqsa". Sulla situazione di tensione sono intervenuti non solo gli Usa che si sono detti "preoccupati" ma anche il coordinatore Onu per il Medio Oriente Tor Wennesland, che si è dichiarato "allarmato". "L'Onu - ha sottolineato - sta lavorando con tutte le parti coinvolte per abbassare la tensione". Mentre il rappresentante Ue in Israele Emanuele Giaufret ha affermato che "il lancio indiscriminato di razzi da Gaza deve cessare subito e la violenza e l'istigazione devono essere respinti da tutti"

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