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Venerdì, 29 Marzo 2024
La stretta

Isolare la Russia nel mondo (ma con una porta aperta dopo la guerra): le nuove linee Ue su Mosca

Dopo l'invasione della Crimea, Bruxelles varò 5 principi da seguire nelle relazioni con il Cremlino, sperando di riportare Putin verso più miti consigli sull'Ucraina. Ma non funzionò

Nel lontano 2014 Vladimir Putin decise di annettere, violando il diritto internazionale, la Crimea, sottraendola al controllo di Kiev. L'invasione causò una serie di condanne da parte dell'Unione europea e del resto dell'Occidente. Oltre alle sanzioni economiche e il congelamento dei beni di aziende e personalità dell'establishment russo, il 14 marzo 2016, gli allora ventotto ministri degli Esteri e l'Alto rappresentante per gli affari Esteri Federica Mogherini concordarono cinque principi della politica che l'Ue avrebbe seguito da allora in poi nei confronti della Russia. Linee guida che non hanno impedito una nuova invasione dell'Ucraina e che adesso, dopo quasi 9 mesi di guerra, Bruxelles intende cambiare nuovamente. Per isolare il potere a Mosca dal resto del mondo nell'immediato. Ma anche per lasciare aperta la porta a un possibile ritorno alla normalità nei rapporti tra l'Ue e una Russia "de-putinizzata".

I 5 principi post-Crimea

Nel 2016 Mogherini e i ministri degli Esteri assunsero un atteggiamento, che, seppur fermo, offriva prospettive di miglioramento sulle relazioni tra Russia e Ue. Chiedevano che gli Stati membri diventassero più resistenti alle minacce russe, come la sicurezza energetica, le minacce ibride e la disinformazione, che aumentassero il sostegno alla società civile russa e che sviluppassero relazioni più strette con le ex repubbliche sovietiche. In quelle linee guida vi erano ancora spiragli di luce. Era stata contemplata la possibilità di revocare le sanzioni economiche in caso di "piena attuazione degli accordi di Minsk" e veniva sottolineata l'importanza, "nonostante le tensioni", di "impegnarsi selettivamente con la Russia su una serie di questioni di politica estera, tra cui la cooperazione in Medio Oriente, la lotta al terrorismo e il cambiamento climatico".

Le nuove linee

Ma oggi la situazione è cambiata, le tensioni si sono moltiplicate e le relazioni tra Bruxelles e Mosca paiono essere irrimediabilmente compromesse. In una bozza di testo, l'attuale Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell chiede “l'isolamento della Russia a livello internazionale, l'imposizione e l'attuazione di misure restrittive nei suoi confronti" al fine di "impedirle di fare la guerra”. Ciò dovrebbe anche andare di pari passo con misure atte a garantire che la Russia, gli autori e i complici "delle violazioni del diritto internazionale e dei crimini di guerra commessi in Ucraina" paghino per i reati commessi.

Nel testo viene sottolineata l'importanza della politica di allargamento e vengono invitati gli Stati membri a “lavorare a stretto contatto con i partner di tutto il mondo e gli alleati della Nato per difendere e rafforzare l'ordine internazionale basato sulle regole”. La bozza definisce la Russia "l'unica responsabile della crisi globale della sicurezza alimentare" e critica aspramente “le nozioni di sfere di influenza" che "non hanno più posto nel 21esimo secolo e non possono far parte di un futuro ordine di sicurezza europeo".

Falchi e colombre

Oltre al sostegno diretto all'Ucraina e all'isolamento di Mosca, la nuova serie di principi chiede di "rafforzare la resilienza dell'Ue, anche per quanto riguarda la sicurezza energetica e le infrastrutture critiche, contrastando le minacce informatiche e ibride, la manipolazione delle informazioni e le interferenze " dell'ex Paese sovietico. "La guerra contro l'Ucraina rende più urgente adattare di conseguenza la sicurezza e la difesa dell'Ue", aggiunge. Infine, come nelle precedenti linee guida viene posta particolare attenzione sulla necessità di "sostenere la società civile, i difensori dei diritti umani e i media indipendenti all'interno e all'esterno della Russia, affrontando al contempo le crescenti minacce alla sicurezza e all'ordine pubblico nell'Ue".

Secondo quanto dichiarato da alcuni diplomatici dell'Ue a Euractiv, la bozza è stata ben accolta da Paesi come la Germania, mentre gli Stati membri più aggressivi nei confronti di Mosca avrebbero voluto formulazioni più forti e concrete nel testo. Ciò includerebbe in particolare le potenziali condizioni in cui le relazioni potrebbero riprendere in futuro. Un punto di scontro è il passaggio in cui si dichiara che "non ci può essere un ritorno a relazioni normali" finché Mosca attacca l'Ucraina e viola il diritto internazionale. Per come è formulato, ai falchi anti-Russia pare più un'apertura a un possibile ritorno alla normalità sull'asse Bruxelles-Mosca già all'indomani della guerra. 

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