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Martedì, 23 Aprile 2024
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Iran, Ue: garantire il diritto a manifestare

Lo ha detto un portavoce dell'Alta rappresente Mogherini intervenendo sugli scontri che in questi giorni hanno provocato una ventina di vittime. Dietro le proteste, il carovita e le forze ultraconservatrici dell'ex presidente Mahmud Ahmadinejad

L'Ue sta seguendo con attenzione la situazione in Iran e “continuerà a monitorare gli sviluppi”. Lo ha riferito un portavoce dell'Alta rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Federica Mogherini

"Stiamo seguendo le dimostrazioni dei cittadini iraniani negli ultimi giorni. Siamo in contatto con le autorità iraniane e ci aspettiamo che il diritto a pacifiche dimostrazioni e la libertà di espressione siano garantite, come ha chiesto il presidente Hassan Rohani", ha spiegato il portavoce Ue.  

Sulla stessa linea la Francia, che esprime "preoccupazione per il rilevante numero di vittime e di arresti" nelle manifestazioni. Finora, il bilancio delle vittime negli scontri tra manifestanti e polizia è di 20 morti, tra cui un bambino di 11 anni, e 450 arresti. Sei delle ultime vittime sono state uccise mentre cercavano di assalire un commissariato nella città di Qahdarijan per rubare armi. 

Le ragioni delle proteste

Le proteste sono partite sei giorni fa e in generale sono legate all'aumento del costo della vita, in particolare dei prezzi di pollo e pane. A soffiare sul malcontento ci sarebbe anche l'ex presidente Mahmud Ahmadinejad, alle prese proprio in questi giorni con le vicissitudini giudiziarie legate alle gravi accuse di corruzione mosse a suo carico. Ma c'è anche chi manifesta per chiedere maggiori diritti, in particolare donne e studenti. 

Per la guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, a inasprire lo scontro avrebbero contribuito i "nemici" dell'Iran. Ieri il presidente moderato Hassan Rohani, esortando a riconoscere il diritto del popolo "a dissentire pacificamente", allo stesso tempo ha puntato il dito contro Usa e Israele. Contro Donald Trump è sceso in campo anche il ministero degli Esteri di Teheran: "Invece di perdere tempo con tweet inutili e che insultano gli altri popoli, farebbe meglio a occuparsi dei problemi interni del suo Paese, in particolare dell'uccisione quotidiana di decine di persone e di milioni di senzatetto e affamati", ha detto il portavoce della diplomazia iraniana, Bahram Qasemi.

Quale che sia la ragione delle proteste, il governo iraniano ha deciso di rispondere alle violenze con la forza. E per evitare quanto verificatosi con le Primavere arabe, ha ridotto l'accesso ai social network come Facebook e Twitter. 

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