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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Iniezione unica e brevetti aperti, così l’Ue punta a velocizzare la vaccinazione

Bruxelles sarebbe pronta a costringere le case farmaceutiche a condividere la 'ricetta' del vaccino con le altre imprese capaci di produrlo nei Paesi membri. Sul tavolo anche l'idea di 'copiare' da Israele e Regno Unito, che già somministrano una dose anziché due

Raddoppiare il ritmo di vaccinazione con l’uso di una sola dose anziché due e condividere il brevetto di Pfizer, Moderna e AstraZeneca con le imprese farmaceutiche capaci di riprodurre il vaccino su scala nazionale. Potrebbe essere questa la ricetta Ue per cambiare marcia nella campagna d’immunizzazione, che vede il Vecchio Continente già in forte ritardo rispetto agli Stati Uniti e a tanti altri Paesi occidentali. La somministrazione della dose singola e le problematiche legate alla condivisione del brevetto con le altre imprese farmaceutiche - confermano fonti europee - saranno oggetto di discussione nel corso del videosummit tra i capi di Stato e di Governo che si aprirà questo pomeriggio alle 15. 

Condivisione dei brevetti e approccio 'Europe first'

Nella due giorni di riunioni in videoconferenza verranno affrontati anche altri temi, come il coordinamento nelle restrizioni al passaggio di persone e merci attraverso i confini nazionali e la contestata idea di introdurre un passaporto vaccinale che consenta a chi ha già ricevuto le dosi di spostarsi da un Paese all’altro senza restrizioni. Ma il tema centrale, ha confermato un funzionario Ue alla vigilia dell’incontro, è quello di aumentare la produzione di vaccini all’interno dell’Unione europea. Per questo motivo, nei giorni scorsi, la Commissione ha già proceduto a una ‘mappatura’ degli impianti tecnicamente capaci di dedicarsi alla preparazione del farmaco e alla ripartizione in fiale. Il primo passaggio richiede che le tre case farmaceutiche, che finora hanno ricevuto l’ok dell’Ema alla vendita dei vaccini, accettino di condividere la ‘formula’ e tutti i dati necessari alla produzione del farmaco anti-Covid. Si tratta, però, di informazioni oggi riservate e sottoposte a un brevetto. La strada scelta dall’Ue, per il momento, “è quella della cooperazione e non degli obblighi”, ma “qualora non dovesse funzionare, ci sono degli strumenti stabiliti dai Trattati, come l’articolo 122”.

Possibile linea dura

L’avvertimento è arrivato ieri da un alto funzionario Ue e fa riferimento al potere in capo all’Unione e agli Stati membri di intervenire anche con obblighi o divieti “in caso di gravi difficoltà” nell'approvvigionamento di determinati beni essenziali. L’Ue potrebbe usare questa clausola anche per sbarrare la strada alle esportazioni di dosi made in Europe ma vendute a Paesi terzi, che spesso le acquistano a un prezzo più alto. Dal registro di trasparenza sulle esportazioni introdotto a fine gennaio risulta già l’avvenuta spedizione di oltre cento lotti di dosi verso almeno 25 Paesi extra-Ue. Bruxelles finora ha dato l’ok a tutte le richieste di esportazione, ma se le case farmaceutiche continuano a tagliare il numero di dosi destinate all’Europa, l’Unione potrebbe presto adottare l’approccio 'Europe first’. 

Una dose anziché due

Altro tema che è stato già discusso dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dai leader nel corso delle riunioni bilaterali che precedono il vertice è quello della somministrazione della dose singola di vaccino. Il metodo, teoricamente contrario alla posologia dei tre vaccini finora approvati, è già stato sperimentato in Regno Unito e Israele. Da quest’ultimo Paese sono anche arrivati dati molto incoraggianti sull’uso della singola dose che, seppure riducendo l’efficacia del vaccino di qualche punto percentuale, di fatto permette di proteggere un numero doppio di persone con la stessa quantità di dosi. E in un contesto nel quale la priorità rimane quella di alleviare la pressione su ospedali e reparti di terapia intensiva, una generale riduzione del rischio potrebbe forse essere preferita a un’immunizzazione più completa ma ridotta alla metà della popolazione.

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