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Venerdì, 29 Marzo 2024
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In Russia un’artista e attivista Lgbt+ rischia sei anni di carcere per dei dipinti di vagine

La pittrice è stata accusata di pornografia, ha già trascorso quattro mesi agli arresti domiciliari e ha dovuto pagare multe per aver violato la cosiddetta legge sulla "propaganda gay"

La ventisettenne Yulia Tsvetkova rischia fino a sei anni di prigione per aver pubblicato disegni stilizzati di vagine sulla popolare piattaforma russa VKontakte. Il tribunale di Mosca ha aperto un processo contro di lei con l’accusa di “diffusione di materiale pornografico”. Il caso arriva appena otto mesi dopo che il presidente Vladimir Putin ha firmato gli emendamenti costituzionali che hanno bandito il matrimonio tra persone dello stesso sesso e ha rinnovato l’impegno del governo nel “preservare i valori familiari tradizionali”. Tsvetkova, è un attivista femminista e Lgbt+, ha fondato un gruppo online, chiamato Vagina Monologues, in cui incoraggia a combattere lo stigma e i tabù sul corpo femminile.

Il caso

Come spiega l’Independent l’artista russa, originaria della città orientale di Komsomolsk-on-Amur, che è stata arrestata per la prima volta nel novembre 2019 e ha trascorso i quattro mesi successivi agli arresti domiciliari, non è autorizzata a fornire dettagli sulle accuse mosse contro di lei. Ma come spiega Euronews, la sua casa è stata perquisita, così come il suo luogo di lavoro. La donna è stata anche multata due volte per aver violato la legge russa contro la “propaganda gay”. La prima sanzione di 50mila rubli (665 euro) è arrivata nel dicembre 2019 per aver fondato un gruppo online a tema Lgbt+. La seconda, di 75mila rubli (890 euro) è arrivata nel luglio 2020 per una campagna a sostegno delle famiglie arcobaleno. Quest’ultima è stata poi ridotta a 50mila rubli. Anche Amnesty International ha espresso solidarietà per Tsvetkova, definendo il caso "assurdità kafkiana". Il gruppo per la difesa dei diritti umani ha esortato le autorità russe a ritirare tutte le accuse contro la donna che stava semplicemente "esprimendo liberamente le sue opinioni attraverso l'arte". Natalia Zviagina, la direttrice dell’ufficio di Mosca di Amnesty International ha sostenuto che Tsvetkova ha vissuto “un vero e proprio calvario”. Inoltre l'artista ha ricevuto il sostegno degli attivisti di tutto il Paese che hanno protestato contro la sua denuncia. Addirittura, è partita una petizione per far cadere le accuse contro di lei, che ha raccolto oltre 250mila firme. Anche Anna Khodyreva, la madre di Tsvetkova, ha fatto appello, chiedendo al tribunale di archiviare il caso di sua figlia.

La denuncia di Bruxelles

La delegazione dell’Ue in Russia ha detto in un tweet di star “seguendo da vicino il caso contro Tsvetkova” e che “a quanto pare, la sua persecuzione è legata alla sua presa di posizione pubblica di attivista Lgbt+”. La delegazione ha invitato le autorità russe a sospendere il processo contro l’artista.

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