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Venerdì, 19 Aprile 2024
La tragedia / Tunisia

Guardia costiera sperona barcone con migranti diretto in Italia: morti 3 bambini

È successo in Tunisia: le autorità di frontiera sono finanziate dall'Ue e dal nostro Paese nell'ambito di programmi per la lotta ai trafficanti di esseri umani

Tre bambini sono morti annegati dopo che una motovodetta della guardia costiera tunisina ha speronato un barcone diretto con molta probabilità in Italia. A darne notizia è l'Agi, che ha avuto accesso ad alcuni filmati sull'incidente. La tragedia sarebbe accaduta giovedì 10 novembre al largo di Chebba, citta portuale della Tunisia a circa 190 chilometri da Lampedusa, uno dei luoghi di partenza della maggior parte dei barconi diretti nel nostro Paese.

Secondo quanto riporta l'Agi, due imbarcazioni con migranti a bordo sono state intercettate da due motovedette della Guardia nazionale tunisina. Una delle imbarcazioni è stata bloccata e i migranti portati a bordo della motovedetta. "L'altra imbarcazione, nel tentativo sfuggire al blocco è stata speronata da uno dei mezzi della Guardia nazionale tunisina, stando a quanto raccontato da un testimone all'Agi, venuta in possesso dei filmati che riguardano quanto accaduto", scrive l'agenzia. Dalle immagini non è chiaro il momento dell'impatto ma sono chiare le conseguenze. Una parte delle persone è caduta in mare tra le urla e la disperazione di chi era stato già trasbordato sulla motovedetta: "Razzisti! Guardate, guardate, stanno annegando, hanno fatto annegare i nostri fratelli!", hanno urlato alcuni migranti.

A causa dell'impatto, tre bambini sono caduti in acqua e morti annegati, due di loro erano gemelli. Una volta arrivati al porto, "i testimoni raccontano di grande solidarietà delle persone a riva, che hanno prestato aiuto ai superstiti, dando loro del denaro e accompagnando, chi ne aveva bisogno, all'ospedale o alle fermate dei mezzi pubblici. Nessuno è stato fermato dalle autorità. Chi ha assistito alla scena è ancora sotto choc", scrive sempre l'Agi. Uno dei testimoni racconta del senso di vergogna e del dolore per i bambini morti: "La gente al porto era sconvolta, tutti hanno aiutato come se in qualche modo volessero chiedere scusa a nome del nostro Paese". 

I fondi di Ue e Italia alla Tunisia

La Tunisia riceve decine di milioni di euro dall'Unione europea e dall'Italia per programmi di cooperazione sulla migrazione, che di fatto si traducono in finanziamenti per le operazione della guardia costiera tunisina, la stessa accusata di aver speronato il barcone a Chebba. Tra il 2017 e il 2020, Tunisi avrebbe dovuto ricevere dall'Ue circa 91 milioni di euro nell'ambito dell'Eu trust fund. Tra le attività finanziate ci sono proprio la lotta ai trafficanti, la gestione dei confini e il rimpatrio forzato di migranti dall'Europa. Non tutte queste risorse sono state spese per via del Covid, ma con la ripartenza dei flussi dalla Tunisia l'Ue starebbe definendo un nuovo piano per assicurare la continuità del programma. Lo stesso ha fatto l'Italia: l'ultimo memorandum d'intesa con la Tunisia prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro per il periodo 2021-2023, di cui 11 milioni per la cooperazione sulla migrazione.

Secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, solo nel 2022 sarebbero oltre 500 i migranti morti in mare che sarebbero partiti dalla Tunisia. Tra settembre e ottobre, almeno due imbarcazioni sono naufragate al largo di Chebba, con decine di vittime. I tunisini arrivati sulle nostre coste sono stati oltre 16mila dall'inizio dell'anno. Ma a loro vanno aggiunti anche tutti quei migranti di altre nazionalità che hanno scelto i trafficanti tunisi per tentare la traversata del Mediterraneo centrale. 

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