Il golpe fa paura, partono i rimpatri degli europei in Niger
La Francia accusata dalla sua ex colonia di intromettersi nei suoi affari interni, la sua ambasciata è stata assaltata. L'Italia ha offerto di trasportare i nostri connazionali a casa, ma non ha disposto un'evacuazione
I paesi europei stanno iniziando ad evacuare i loro cittadini dal Niger, dove una giunta guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, ha rovesciato il presidente eletto Mohamed Bazoum e preso il controllo della nazione. Al momento Francia, Spagna e Italia sono le prime nazioni ad organizzare dei voli, ma altre molto probabilmente seguiranno a breve.
"Il governo italiano ha deciso di offrire ai nostri concittadini presenti a Niamey la possibilità di lasciare la città con un volo speciale per l'Italia. L'Ambasciata a Niamey resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione un corso", ha annunciato su Twittern (ora ribattezzato X), il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani. Il nostro governo ha spiegato che l'offerta di un volo non equivale all'avvio di un'evacuazione formale.
Il governo spagnolo sta ultimando i preparativi per evacuare oltre 70 spagnoli che si trovano nel Paese africano. Il Ministero degli Affari Esteri di Madrid ha preso la decisione di organizzare l'evacuazione dopo la chiusura dello spazio aereo in Niger e la cancellazione di tutti i voli commerciali. Secondo il ministero, il personale dell'ambasciata spagnola a Niamey ha contattato residenti e visitatori nel Paese africano per coordinare l'operazione di evacuazione. Il ministro spagnolo José Manuel Albares ha fatto appello a tutti gli spagnoli che si trovavano nel Paese affinché contattino l'ambasciata per organizzare la loro partenza. La Francia - l'ex potenza coloniale in Niger - ha detto che inizierà a rimpatriare già oggi (1 agosto) i suoi cittadini e altri cittadini europei disposti a lasciare il Paese. E nel pomeriggio il ministero degli Esteri della Germania ha ufficialmente invitato tutti i cittadini tedeschi, che in tutto sarebbero cento, a lasciare il Paese africano ma non ci sono attualmente notizie di un piano di evacuazione che sia direttamente organizzato da Berlino.
#Niger. Il governo italiano ha deciso di offrire ai nostri concittadini presenti a Niamey la possibilità di lasciare la città con un volo speciale per l’Italia. L'Ambasciata a Niamey resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione un corso.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) August 1, 2023
Francia e Italia, insieme a Stati Uniti e Germania, hanno truppe nel Paese per missioni di contro insurrezione e addestramento militare, ma finora non è stato annunciato il loro allontanamento. Per la Francia le cose sono più complicate, perché la giunta ha accusato quello che finora è stato il suo principale alleato militare di voler attaccare il Paese, accuse smentite e rigettate da Parigi. La Francia è presente con le sue truppe nel Sahel da un decennio per combattere un'insurrezione islamista, ma in tanti accusano l'ex dominatore coloniale di intervenire nei loro affari interni. Per lo stesso motivo si sono rotti i rapporti con Mali e Burkina Faso, dove pure c'erano truppe francesi.
Domenica, i sostenitori della giunta golpista hanno bruciato bandiere francesi e attaccato l'ambasciata di Parigi nella capitale Niamey, spingendo la polizia a sparare raffiche di gas lacrimogeni in risposta. "Considerando la situazione a Niamey, le violenze contro la nostra ambasciata dell'altro ieri e il fatto che lo spazio aereo è chiuso e i nostri cittadini non possono lasciare il Paese con i propri mezzi, la Francia sta preparando l'evacuazione dei suoi cittadini e dei cittadini europei che desiderano lasciare il Paese", ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato. "L'evacuazione inizierà oggi".
Secondo il sito web del ministero, nel 2022 erano presenti in Niger poco meno di 1.200 cittadini francesi. Ma i media francesi, tra cui il quotidiano Le Monde, hanno dichiarato che solo circa 600 si troverebbero lì in questo momento, poiché molte famiglie con bambini sarebbero ora in vacanza. Il Ministero degli Esteri ha rifiutato di fornire una cifra precisa, ma ha parlato di "diverse centinaia".
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