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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Giorno della memoria, Sassoli: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario"

Il presidente del Parlamento europeo usa le parole di Primo Levi per condannare il "virus mai sconfitto del progetto nazista". E avverte: "Oggi più che mai è necessario agire insieme e proteggere la nostra coesione"

Il nazismo aveva un progetto di società basato su un nazionalismo esasperato, un virus che può ritornare e che non può mai essere considerato sconfitto. Per questo, serve l’impegno di tutti a testimoniare, prevenire e intervenire lì dove succede. Sono le parole che il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha utilizzato nel suo discorso durante la celebrazione, oggi, all’Eurocamera, della Giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto.  

Virus mai sconfitto

"Questa giornata ci ricorda che 76 anni fa si aprirono i cancelli di Auschwitz-Birkenau, rivelando l'orrore del genocidio nazista”, ha detto Sassoli, sottolineando che quella storia “ci chiama alla responsabilità e ci impone l’obbligo di vigilare e di tenere viva la memoria”. Per il presidente, che ha citato le parole dello scrittore italiano sopravvissuto ad Auschwitz, Primo Levi, Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, il campo di concentramento e sterminio in Polonia ricorda e insegna ogni giorno "di quali nefandezze può essere capace il genere umano se si lascia catturare dal fanatismo, dall’odio e da teorie aberranti” che “ancora oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo ". Le persecuzioni naziste avevano come obiettivo un progetto di società basato su "un nazionalismo esasperato, un virus che, lo vediamo spesso anche oggi, può ritornare e che non possiamo mai dare per sconfitto”, ha continuato. “Nel nuovo ordine immaginato dai nazisti, non poteva esserci posto per la diversità, per il dialogo, per l’accettazione dell’altro” perché si puntava a “una società senza ebrei, senza dissidenti politici, senza omosessuali, senza disabili mentali, senza prigionieri di guerra, senza testimoni di Geova, senza Rom, Sinti, Slavi”.

Il dovere della memoria

Per Sassoli, “fare memoria è un dovere perché quanto è successo non possa accadere di nuovo”, soprattutto ora che il ricordo e la condanna della “seduzione ideologica e diabolica dei fascismi e dei nazisti” viene fatta “senza più quasi la voce dei testimoni”.   Dalle ceneri della Seconda guerra mondiale si è sviluppata l'Europa che, secondo il presidente, "non è solo una straordinaria risposta politica agli orrori del nazionalsocialismo, ma è anche uno dei motori fondamentali del processo di integrazione tra Paesi democratici". Quindi, "non sarà il nazionalismo di ritorno” a proteggere le società dalle nuove insidie “perché la sacralizzazione delle frontiere così come la ricerca di un'identità pura e univoca non farà altro che produrre nuovi nemici". 

L'importanza dell'Europa

L'Europa è, per Sassoli, “l'unica realtà” che possa permettere alle persone di riscoprire la vocazione che ha portato a costruire “uno spazio di democrazia in cui il diritto è il termine di riferimento con cui” vengono regolati i rapporti fra Stati membri e fra i cittadini.   Oggi “più che mai”, per Sassoli, bisogna “agire insieme e proteggere la nostra coesione”, che è il contesto in cui intere generazioni hanno fatto esperienza di pace e hanno saputo costruire un modello che “ha favorito benessere, crescita economica, diritti sociali e civili", moltiplicando la sicurezza. Ed è “per impedire negazionismi e amnesie”, infine, che bisogna sentire “tutti l'impegno per una lucida e vigile coscienza storica, capace non solo di rendere testimonianza, ma anche di capire, prevenire e intervenire ogni qualvolta si diffondono i semi del male assoluto”.

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