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Giovedì, 25 Aprile 2024
La guerra / Germania

La Germania difende il suo "no" alle armi pesanti in Ucraina: "Rischio guerra nucleare"

Il cancelliere Scholz risponde alle critiche: "Dobbiamo evitare un confronto diretto Nato-Russia"

"La Nato deve evitare un confronto militare diretto con la Russia che potrebbe portare a una Terza guerra mondiale". Così  il cancelliere tedesco Olaf Scholz in un'intervista a Der Spiegel spiega le ragioni del suo no all'invio di armi pesanti all'Ucraina sollecitato da Kiev e altri Paesi alleati come la Polonia, ma anche da esponenti della sua stessa maggioranza di governo, come la ministra degli Esteri Magdalena Baerbock (Verdi) e alcuni leader liberali.

Scholz ha ricordato che Berlino ha già fornito aiuti militari all'Ucraina: "Abbiamo fornito armi anticarro, equipaggiamenti antiaereo, munizioni, veicoli e molto materiale dalle scorte della Bundeswehr (l'esercito tedesco, ndr) che hanno aiutato direttamente l'Ucraina nella sua difesa, così come hanno fatto decine di alleati. Lo vediamo nei successi militari dell'esercito ucraino", spiega.

Ma alla domanda se la Germania invierà armi pesanti come i 100 carri armati di cui si parlava nei giorni scorsi (e che sarebbero stati bloccati dallo stesso Scholz) il cancelliere alza un muro: "Le opzioni della Bundeswehr per la fornitura di armi aggiuntive dal suo arsenale sono state in gran parte esaurite. Ciò che può ancora essere reso disponibile, lo consegneremo ancora: armi anticarro, mine e munizioni di artiglieria". Per Scholz, "puoi consegnare solo ciò che hai e puoi dare. Devi valutare bene quanto sia realmente utilizzabile il materiale che hai e quando. Se consegno un veicolo che può essere colpito da qualsiasi mitragliatrice, non farà molto per le truppe ucraine".

Il cancelliere allontana anche l'ipotesi di una sorta di partita di giro, ipotesi emersa in questi giorni, per cui la Germania riceverebbe nuovo arsenale per il suo esercito, in cambio dell'invio dei suoi carri armati a Kiev: "Abbiamo la necessità di poter difendere in ogni momento il territorio dell'alleanza - spiega - La minaccia al territorio della Nato da parte della Russia continua. Lo sentiamo in particolare dai nostri partner baltici, che ci chiedono quindi una maggiore presenza della Bundeswehr. Siamo fortemente coinvolti Slovacchia e Lituania, tra gli altri luoghi. La Nato ha fissato l'obiettivo di resistere a un attacco convenzionale per dodici giorni con le nostre munizioni e il nostro equipaggiamento. Soprattutto nell'attuale situazione di minaccia, farò tutto il possibile per non dimenticare questo obbligo".

Scholz respinge dunque le pressioni, anche interne, di esporsi di più: "In questa situazione servono calma e decisioni ponderate, perché il nostro Paese ha la responsabilità della pace e della sicurezza in tutta Europa. Non credo sia giustificato che la Germania e la Nato diventino parti in guerra in Ucraina". E poi ancora: "Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un confronto militare diretto tra la Nato e una superpotenza altamente armata come la Russia, una potenza nucleare. Sto facendo di tutto per evitare un'escalation che porti a una Terza guerra mondiale. Non ci deve essere una guerra nucleare", conclude.

Parole che sono anche una risposta ai Verdi e ai liberali dell'Fdp della sua coalizione. "Il cancelliere sta perdendo un'opportunità storica", ha affermato Marie-Agnes Strack-Zimmermann, deputata dell'Fdp, presidente del comitato di difesa del Bundestag. “Tutto ciò che chiedo è leadership e un approccio chiaro. Non dobbiamo perdere tempo quando si tratta dell'Ucraina".

Anche i partner Nato e Ue stanno seguendo una strada diversa da quella tracciata da Scholz: gli Stati Uniti hanno iniziato a fornire armi più pesanti come obici, elicotteri e trasportatori di truppe corazzate M113. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha annunciato martedì che i Paesi Bassi "invieranno materiale più pesante in Ucraina, compresi i veicoli blindati". Il Belgio sta valutando la possibilità di fornire a Kiev gli obici M109 . La Repubblica Ceca e la Slovacchia hanno già inviato carri armati dell'era sovietica o batterie di difesa aerea in Ucraina, sottolinea Politico.

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