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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Germania si scopre impreparata alle calamità naturali. Polemiche sulla gestione dell’emergenza

Secondo il Times, l’arrivo delle piogge incessanti era noto dalla settimana precedente alla tragedia. Accuse dalla leader dei Verdi: “Dal Governo poco coordinamento”

Terminata la tragedia, cominciano le polemiche. La stampa tedesca e internazionale si interrogano sul cortocircuito nel sistema di gestione delle calamità naturali evidenziato in occasione delle inondazioni che hanno sconvolto la Germania tra mercoledì e giovedì della settimana scorsa. Come raccontato venerdì da Europa Today, dall’Emergency Management Service di Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio satellitare, era stato diramato l’avvertimento di un’imminente “inondazione estrema” alle 17 di martedì 13, alla vigilia delle violente piogge che hanno causato almeno 165 vittime. Ma quello del sistema satellitare europeo non sarebbe l’unico allarme ignorato o sottovalutato dalle autorità. Le quali, anziché prendere sul serio l’allerta meteo e preparare la popolazione più esposta, hanno aspettato le piogge prima di intervenire. 

Le prime avvisaglie della catastrofe alle porte “sono state rilevate nove giorni fa (venerdì 9 luglio, ndr) da un satellite in orbita a 500 miglia sopra le tranquille colline intorno al fiume Reno”, ha scritto Oliver Moody, giornalista del The Times, in un pezzo in cui il corrispondente dalla Germania per la testata britannica ripercorre le tappe precedenti al disastro. “Nei giorni successivi - ha ricordato il corrispondente - un'equipe di scienziati ha inviato alle autorità tedesche una serie di previsioni così accurate che oggi sembrano una macabra profezia”. I dati analizzati dagli esperti avevano infatti rivelato “con almeno 24 ore di preavviso” e “con precisione” quali parti del Paese sarebbero state maggiormente colpite non appena sarebbero arrivate le piogge. Ciononostante, “l’alluvione ha colto alla sprovvista molte delle sue vittime”.

Alla debacle organizzativa delle autorità tedesche si contrappone la gestione dell’emergenza da parte dei belgi che, nonostante le almeno 36 vittime finora accertate, hanno preso alcuni provvedimenti che hanno evitato un bilancio ben più pesante. Tra questi spicca la provvidenziale decisione di evacuare 70 campi scout sparsi nelle province più a rischio e di avvertire tanti altri campi estivi per minori, molti dei quali si trovavano nelle zone più sicure, dell’imminente arrivo delle piogge incessanti. 

“La nostra agenzia per la protezione dai disastri ha fallito?”, è l’interrogativo che si è posto il Bild, il giornale tedesco più venduto nel Paese. Un dubbio che hanno avuto in tanti, a partire dalla leader dei Verdi, Annalena Baerbock, principale rivale della Cdu di Angela Merkel in vista delle elezioni del 26 settembre, dopo le quali l’attuale cancelliera ha già annunciato di voler lasciare la politica. La leader ecologista se l’è presa con l’approccio troppo frammentato della gestione dell’emergenza e, intervistata dall’emittente Ard, ha aggiunto: “Secondo me, il Governo federale deve svolgere un ruolo di coordinamento molto più forte”. 

“Il centralismo in questo caso non cambia proprio nulla”, le ha risposto a muso duro il ministro dell’Interno, Horst Seehofer. “L'Ufficio federale della protezione civile - ha aggiunto il politico bavarese - mi ha detto che i canali di allerta hanno funzionato”. Uno scontro tutto interno alla Germania che si avvia a una dura campagna elettorale, che - al netto degli appelli da più parti a tenere fuori la tragedia dalla lotta politica - potrebbe giocarsi sulla gestione delle emergenze: da quella pandemica alle alluvioni della settimana scorsa.

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