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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La polemica / Germania

La Germania blocca 100 carri armati per l'Ucraina: "Non c'è fretta"

Il via libera potrebbe arrivare dopo l'incontro tra il cancelliere Scholz e il premier britannico Johnson

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz starebbe ritardando l'invio di 100 carri armati in Ucraina nonostante le pressioni del vice cancelliere e ministro dell'Economia, Robert Habeck, e dalla ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, entrambi esponenti dei Verdi. Lo rivela Politico.

Secondo il quotidiano di Bruxelles, il piano di Habeck e Baerbock prevedeva una consegna dei primi tank già questa settimana, ma il cancelliere socialdemocratico avrebbe frenato l'operazione. Il motivo? Scholz vuole prima raggiungere una posizione comune con gli alleati occidentali, posizione che molto probabilmente non riguarderà solo la questione delle forniture militari a Kiev. Proprio in queste ore, infatti, il leader tedesco incontrerà il premier britannico Boris Johnson, e sul tavolo delle discussioni c'è soprattutto la crisi energetica.

Come è noto, Berlino guida il fronte dei Paesi Ue che stanno frenando le sanzioni a gas, petrolio e carbone russi. Scholz ha spiegato che uno stop immediato all'approvvigionamento energetico da Mosca comporterebbe una recessione, per la Germania, ma anche per buona parte dell'Europa. Di contro, Usa e Regno Unito, con il sostegno interno all'Ue della Polonia, spingono per accelerare l'embargo alle fonti fossili made in Russia. Finora, il cancelliere è riuscito a fare muro, nonostante le pressioni arrivate anche dalla Francia (che si è detta favorevole allo stop al petrolio) e dalla Commissione europea, che ha proposto un embargo immediato sul carbone. Il motto di Scholz è "non c'è fretta": vale per il carbone (ci vorranno "4 mesi" per sostituire le forniture russe, ha spiegato il cancelliere), ma vale anche per le armi pesanti. 

"Stiamo mettendo in moto tutto ciò che è giusto e sensato", ha detto mercoledì al Bundestag quando gli è stato chiesto delle consegne di carri armati. "Nessuno abbia fretta, inclusa la Germania", ha aggiunto parlando delle discussioni in corso con i partner Ue e Nato. Del resto, lo stallo della Germania non è che sia poi così anomalo sul fronte occidentale: al di là delle dichiarazioni e delle promesse di maggiori aiuti militari all'Ucraina, la ministeriale Nato di questa settimana si è conclusa senza dare dettagli su tempistiche e quantità delle eventuali consegne di carri armati, che sono l'equipaggiamento su cui Kiev insiste di più insieme agli aerei (negati finora anche da Washington). 

A Berlino, insistono che vi siano problemi logistici: i carri armati di cui dispongono richiedono una formazione dei soldati ucraini, cosa che non può avvenire sul campo, perché significherebbe inviare militari nel Paese in guerra, e di fatto entrare in conflitto con la Russia. Di contro, Kiev continua a pressare la Germania perché consegni i tank, non sono quelli leggeri, ma anche quelli pesanti. "Le liste ci sono, il governo tedesco ne è a conoscenza, ma purtroppo rimane in silenzio", ha detto l'ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk. 

La ministra degli Esteri Baerbock ha cercato di placare le polemiche, spiegando che si stanno limando i dettagli tecnici e pratici, ma che alla fine i carri armati arriveranno. La partita che si sta giocando è soprattutto sulle tempistiche. L'Ucraina ritiene, sulla scorta anche di valutazioni dei servizi di intelligence occidentali, che l'esercito del Cremlino si stia riorganizzando, ritirando le forze da Kiev e pianificando una grande offensiva nella parte orientale del Paese nelle prossime settimane. Da qui l'insistenza sui carri armati e altre armi pesanti.

L'impressione è che Scholz voglia legare il via libera a tali forniture a rassicurazioni da parte degli alleati in campo energetico: accelerare sul sostegno militare, in cambio di un freno sul distacco da gas e petrolio russi. La Germania darà il suo contributo a Kiev, ma non vuole più fare la parte del 'poliziotto cattivo', un'immagine che anche i leader ucraini hanno contribuito a costruire in queste settimane. 

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