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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cambio di rotta / Germania

La stretta della Germania sui confini per fermare i migranti

Passano soprattutto dal confine polacco e austriaco, ma ora si temono 4 milioni di rifugiati dalla Turchia. Adesso Berlino vuole costruire centri di asilo esterni alle frontiere Ue

Più controlli alle frontiere per bloccare i migranti, che si stanno riversando in Germania con numeri inattesi. Questa la scelta che Berlino potrebbe adottare a breve per contrastare il numero di attraversamenti illegali del confine, che secondo le autorità è di molto aumentato dall'inizio dell'anno. Tra gennaio e la fine di marzo, circa 20mila persone sono entrate nel Paese in via illegale, con un aumento del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La stretta di Olaf Sholz viene reputata un "tradimento" da parte delle organizzazioni umanitarie, visto che le promesse elettorali sulla questione migratoria erano state ben altre. Il cancelliere socialista, sotto pressione delle autorità locali che governano zone di confine, si allineerebbe così alle posizioni dei sovranisti e della destra meloniana.

Attraversamenti irregolari

Inasprire i controlli della polizia in corrispondenza dei nove confini della Germania, in particolare quelli esposti a Sud e ad Est. La proposta che Olaf Scholz ha annunciato la scorsa settimana ha un peso anche sulla nuova posizione che la Germania intende adottare a Bruxelles, dove il Cancelliere tedesco è pronto a sollecitare i suoi omologhi dell'Unione europea affinché vengano costruiti centri di asilo ai margini del blocco dei 27 Stati membri. Il mese prossimo, nel corso della riunione dei ministri degli interni dell'Ue, un punto cruciale sarà proprio il tentativo di creare un sistema europeo comune di asilo. A spaventare Berlino è stato l'intensificarsi degli arrivi, in particolare dal confine austriaco. Secondo le autorità tedesche gli ingressi sono raddoppiati rispetto allo scorso anno, con 4mila "attraversamenti irregolari" di persone provenienti principalmente dalla Siria, e a seguire dall'Afghanistan e dalla Turchia. Quest'anno sono diventati porosi anche i confini polacco e ceco, da dove sono arrivate molte più persone provenienti dalla Bielorussia, governata dal dittatore Lukashenko, il principale alleato di Vladimir Putin.

Polizia sotto pressione

La situazione ai confini starebbe mettendo in difficoltà la polizia tedesca, pressata da un compito troppo grande da gestire. Come riporta il Guardian, Andreas Roßkopf, del sindacato di polizia GdP, ha affermato che le forze dell'ordine si sono opposte all'intensificazione dei controlli. "Stiamo parlando di diverse migliaia di chilometri di frontiera interna Schengen che andrebbero controllati, ma la polizia federale non è dal punto vista tecnico né del personale in grado di effettuare controlli permanenti ai confini dei vicini della Germania”, ha affermato il sindacalista. Di avviso opposto i ministri degli interni di Brandeburgo, Sassonia e Baden-Württemberg, favorevoli invece ad aumentare i controlli al confine polacco e con la Svizzera. La scorsa settimana in un cosiddetto "vertice sui rifugiati", cui hanno partecipato sia i leader statali che rappresentanti del governo federale, si è concordato di tenere in riserva l'opzione di espandere i controlli nel caso in cui la situazione lo rendesse necessario. In caso di potenziamento, la polizia chiede però attrezzature più incisive. “Ciò che aiuta sono i moderni meccanismi di controllo delle frontiere, come potenti veicoli dotati della tecnologia necessaria, droni per una migliore sorveglianza del confine dal cielo e una migliore collaborazione con la polizia di frontiera dei Paesi vicini”, ha affermato Roßkopf.

Turchia sotto osservazione

La situazione più delicata è quella dei rapporti con gli altri Paesi, sia membri dell'Unione europea che esterni al blocco. La polizia tedesca denuncia mancati controlli da parte delle autorità degli Stati confinanti, che consentirebbero gli attraversamenti legali per liberarsi del "peso" di contenere i migranti. Ad aprile il rapporto sull'analisi della migrazione della polizia federale, trapelato ai media tedeschi, ha avvertito che il numero di migranti in arrivo aumenterà nei prossimi mesi. Le preoccupazioni principali guardano in direzione Turchia, dove l'Unione europea ha stipato grazie agli accordi con il presidente turco circa 4 milioni di rifugiati provenienti principalmente dalla Siria. Nonostante oltre un miliardo di euro sia stato versato nelle casse di Ankara, le loro condizioni di vita sono pessime. In occasione delle elezioni, per allentare le pressioni dell'opposizione, Recep Tayyip Erdoğan li avrebbe mandati fuori dal Paese. Secondo il rapporto, molti di loro viaggiano con visti russi attraverso la Bielorussia, approdando nell'Ue in Polonia e Repubblica Ceca. La destinazione finale però è proprio la Germania. Ad opporsi ai piani di Sholz sulla migrazione c'è un'alleanza di oltre 50 organizzazioni umanitarie, che ha invitato il Cancelliere a ripensare i suoi piani, descritti come una "contraddizione evidente" alle promesse centrali nell'accordo di coalizione. L'alleanza ha paragonato i centri di asilo proposti dal governo tedesco alle carceri. Le organizzazioni denunciano inoltre che lo svolgimento delle procedure di asilo per gli arrivi al confine dell'Ue sarebbe contrario alle leggi sulla protezione dei rifugiati e determinerebbe violazioni umanitarie.

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