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Giovedì, 25 Aprile 2024
La polemica

"I funzionari Ue si drogano", polemica a Bruxelles

Un politico regionale attacca i lavoratori delle istituzioni che si rifiutano di trasferire i propri uffici nel nord della città. Il presidente del Consiglio europeo Michel: "Parole inaccettabili"

Stanno facendo discutere nella capitale europea le parole di un politico di Bruxelles che ha accusato i funzionari dell'Unione europea di utilizzare droghe. Nello specifico è stato il sottosegretario all'Urbanistica della capitale del Belgio, Pascal Smet, a dire in una sessione pubblica che "molte persone che lavorano per l'Unione europea assumono droghe". Il suo commento è stato fatto in occasione di una riunione tenutasi il 23 gennaio scorso, ma ripreso questa settimana dal celebre quotidiano dell'"Eurobolla" Politico, con l'Ufficio per le infrastrutture e la logistica della Commissione europea a Bruxelles (Oib), ente che gestisce gli alloggi del personale Ue. Uno dei temi dell’incontro a porte chiuse è stato proprio il trasferimento dei luoghi di lavoro di alcune agenzie in una parte della città che non piacerebbe ai funzionari comunitari.

In particolare si tratterebbe di un’area, vicino alla stazione ferroviaria Gare du Nord, dove si trovano anche le vetrine delle prostitute in città: lì si pensa di trasferire alcuni uffici dell'esecutivo comunitario come parte di un progetto più ampio di rigenerazione. Da diverso tempo è in moto il progetto per la riqualificazione della parte settentrionale di Bruxelles, una zona in cui è più difficile risolvere i problemi di viabilità e povertà rispetto ad altre aree della capitale. In quest’ottica, la presenza stabile di alcuni uffici europei in quei quartieri da tempo abbandonati a sé stessi, vedrebbe diversi lavoratori (con le rispettive famiglie) insediarsi nella zona, contribuendo così alla trasformazione del territorio.

Una scelta che sembra però non piacere ai funzionari Ue, contrari a spostarsi in un luogo famoso per l’alta criminalità, i scarsi livelli di istruzione e una generale povertà. A questo proposito è arrivata l’accusa di Smet, che ha affermato che la cocaina è una droga popolare tra i dipendenti delle istituzioni, lasciando intendere che gli "eurocrati" non dovrebbero essere tanto preoccupati di trasferirsi nella zona Nord della città, viste le "pratiche" cui sono soliti. "Anche a Schuman (il quartiere delle istituzioni Ue, ndr) spacciano droga... e probabilmente non la stessa droga che spacciano" nel quartiere Nord, "ma probabilmente un po' più bianca", ha detto Smet.

Le parole del politico hanno fatto infuriare i sindacati che hanno scritto una lettera al commissario per il Bilancio e l'Amministrazione, Johannes Hahn, nella quale hanno giudicato i commenti "intollerabili". "Il signor Smet deve ritirare questa dichiarazione assolutamente inaccettabile", ha detto Cristiano Sebastiani, presidente del sindacato Renouveau & Démocratie (il più grande sindacato che rappresenta i funzionari dell'Ue) e uno dei firmatari della lettera.

Alle parole ha risposto anche lo stesso presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Le parole di Smet "sono inaccettabili", ha dichiarato a Politico il suo portavoce, Barend Leyts. "Il presidente Michel chiede rispetto per tutti gli uomini e le donne al servizio dell'Unione europea, soprattutto in questi tempi internazionali così difficili", ha detto.

Mentre la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha preferito non esprimere opinioni a riguardo, altri ritengono che Smet debba affrontare conseguenze più gravi. L'eurodeputata Eva-Maria Poptcheva, membro del gruppo Renew, ha chiesto al politico di "scusarsi e dimettersi". Per uscire dall’impasse, il capo dell’urbanistica di Bruxelles ha poi dichiarato a Politico che i suoi commenti erano stati fatti per scherzo; intendeva rispondere all’insinuazione, fatta durante la riunione, che i funzionari europei avrebbero faticato a vivere in una comunità fatta di potenziali spacciatori di droga.

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