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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Friuli e Bolzano "rosso scuro": ecco la nuova mappa Ue del rischio Covid

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, l'Ecdc pubblica la cartina che dovrebbe servire da base agli Stati europei per coordinare restrizioni ai viaggi e lockdown localizzati. Confermato il declassamento di Veneto ed Emilia-Romagna, che sono adesso equiparate al resto del Paese. Male Spagna, Portogallo, Slovenia e Repubblica ceca

Dopo le polemiche e il "giallo" della scorsa settimana, stavolta dovremmo esserci: l'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha diffuso le nuove mappe del rischio sul Covid su base regionale, in cui è stato introdotto il 'rosso scuro' per segnalare le zone a più alto rischio. Nella cartina più importante, quella su cui si dovrebbero basare le eventuali misure comuni degli Stati membri per consentire (o limitare) i viaggi non essenziali (in particolari quelli per fini turistici), la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia sono in rosso scuro. Va meglio per Veneto ed Emilia-Romagna, anch'esse indicate come regioni più a rischio in una precedente versione della mappa (quella della settimana scorsa), che era stata eliminata dal sito dell'Ecdc in tutta fretta (pare perché contenesse degli errori di calcolo). 

Cosa succede ora

Stando alle nuove raccomandazioni della Commissione europea, le regioni in rosso scuro potrebbero venire "isolate" dal resto del Continente con misure più restrittive, in particolare con una stretta sui viaggi non essenziali: chi parte dalle zone rosso scuro dovrà sottoporsi a quarantena di almeno una settimana se arriva in un'altra zona non a rischio. Inoltre, Bruxelles raccomanda un lockdown più rigido, anche per le imprese e per i negozi non essenziali. Si tratta di raccomandazioni, è bene precisare: spetterà poi agli Stati (che tra l'altro le hanno chieste) decidere se applicarle in modo comune, coordinando le restrizioni. E siccome la mappa attuale riguarda la terza e la quarta settimana di gennaio, è probabile che da qui al momento dell'eventuale azione comune degli Stati europei, i colori delle regioni cambino, in un verso o nell'altro

Dove il rischio è più alto

Friuli e Bolzano non sono le uniche aree rosso scuro: stessa colorazione per quasi tutta la penisola iberica (Spagna e Portogallo), il Sud della Francia, parte della Svezia, dell'Ungheria e dell'Irlanda, e poi (interamente di rosso scuro) la Repubblica ceca, la Lettonia, l'Estonia e la Slovenia. I Paesi con una situazione epidemiologica migliore sono Grecia, Finlandia e Norvegia. In Italia, la regione meno a rischio (indicata con il colore arancione) è la Val d'Aosta, mentre il resto è colorato di rosso (ma non scuro come Friuli e Bolzano)

Perché la mappa

La mappa nasce su espressa richiesta fatta dagli Stati membri all'ultimo vertice di Bruxelles. Come spiegato in precedenza, infatti,per evitare che una potenziale terza ondata possa portare a un blocco quasi totale dei trasporti nell'Ue (con contraccolpi per il mercato unico e per il turismo), i governi europei hanno chiesto alla Commissione di elaborare una nuova mappa del rischio in base alla quale coordinare le restrizioni ai viaggi tra i vari Paesi dell'Unione e dello Spazio economico europeo (in cui rientrano, per esempio, Islanda e Norvegia).

Se Bruxelles avessa dato seguito alla richiesta confermando la vecchia mappa regionale del rischio (quella elaborata a partire da ottobre scorso nella speranza, rivelatasi vana, che fungesse da guida unica per tutti gli Stati), il risultato sarebbe stato un lockdown generale e generalizzato del Vecchio Continente: in base ai parametri di ottobre, le regioni più a rischio erano indicate con un colore rosso. E fatta eccezione per alcune regioni in Grecia, Finlandia e Norvegia, tutta l'Europa spiccava fino a una settimana di rosso.   

Per evitare un lockdown generale, che avrebbe tolto quel po' d'ossigeno ai viaggi che il settore turistico spera di avere con le settimane bianche di alcuni Paesi e le ferie pasquali, Bruxelles ha proposto un nuovo livello di rischio, il più alto, contrassegnato con il rosso scuro: questo livello scatta quando in una regione i contagi "cumulati" registrati nelle ultime 2 settimane superano i 500 casi ogni 100mila abitanti. Non si tratta dell'unico criterio adottato dagli esperti dell'Ecdc (che, va ricordato, sono nominati dagli Stati): c'è anche il parametro della percentuale di test effettuati sul totale della popolazione, e una soglia minima di test (300 ogni 100mila abitanti) sotto cui il colore diventa grigio. 

Come funziona la mappa a colori

La mappa si basa sui dati epidemiologici comunicati dagli Stati membri. Per redigerla, l'Ecdc si basa su una serie di criteri: 

Ogni regione è contrassegnata con un colore:

  • verde se il tasso dei casi registrati (su 100mila persone) negli ultimi 14 giorni è inferiore a 25 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%
  • arancione se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 50, ma il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è compreso tra 25 e 150 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%
  • rosso se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è tra i 50 e i 150 (sempre ogni 100mila persone) e il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è superiore a 150 ma inferiore a 500.
  • rosso scuro se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è pari o superiore a 500 (ogni 100mila abitanti)
  • grigio se non sono disponibili informazioni sufficienti o se il tasso di test effettuati è inferiore a 300 ogni 100mila abitanti.

Se dovessero scattare delle misure comuni in Ue per le zone rosso scuro, la Commissione raccomanda una stretta rigida solo sui viaggi non essenziali. Gli Stati membri, spiega la Commissione, dovrebbero "cercare di evitare interruzioni dei viaggi essenziali, in particolare per mantenere i flussi di trasporto in linea con il sistema delle corsie verdi", già istituito all'indomani dello scoppio della pandemia, "ed evitare interruzioni della catena di approvvigionamento". Dato l'aumento del rischio, "anche i viaggiatori essenziali come gli operatori sanitari, le persone che viaggiano per motivi familiari o di lavoro imperativi che arrivano da aree 'rosso scuro' dovrebbero essere testati e sottoposti a quarantena, a condizione che ciò non impedisca una funzione o esigenza essenziale". I lavoratori dei trasporti, "la cui esposizione generale alla popolazione durante i viaggi è tipicamente limitata, non dovrebbero essere tenuti alla quarantena e in linea di principio essere esentati dai test", conclude Bruxelles.

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