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Venerdì, 29 Marzo 2024
La riforma

In Francia addio al canone televisivo

La misura è stata criticata da parte della sinistra, dai sindacati e dai lavoratori delle emittenti che hanno ha sollevato dubbi su una potenziale minaccia all’indipendenza dei media pubblici

Dal prossimo anno, i cittadini francesi non dovranno più pagare il canone per le tv e le radio di proprietà dello Stato, come France Télévisions, Radio France, Arte o France 24. L'abolizione era stata una promessa a margine della seconda campagna presidenziale di Emmanuel Macron. La misura è stata criticata da parte della sinistra che ha sollevato dubbi su un potenziale attacco all’indipendenza dei media pubblici. Le stesse critiche erano state mosse dai sindacati e dai lavoratori delle emittenti. Anche alcuni esponenti della destra sono stati critici, chiedendo un'adeguata discussione su una più ampia revisione dell'emittenza pubblica, affermando che la qualità del dibattito in Senato è stata "pessima".

Il canone televisivo di 138 euro l'anno è diventato una delle tasse più impopolari, soprattutto perché la televisione tradizionale vede la sua quota di mercato ridursi e il suo pubblico invecchiare di anno in anno, in concorrenza con lo streaming e internet, soprattutto tra i più giovani. Al momento però non è stata ancora decisa una fonte di finanziamento alternativa per l'emittente. Nel 2022 il canone, che si applica ai circa 27 milioni di case che dichiarano di possedere un televisore, ha fatto guadagnare 3,2 miliardi di euro. Per rimendiare queste cifre sono state indicate diverse strade, tra cui la riallocazione di parte del ricavato dell'Iva.

I dibattiti per trovare nuove risorse promettono quindi di essere piuttosto burrascosi. Il ministro della Cultura, Rima Abdul Malak, ha dichiarato che il governo proteggerà a breve termine i bilanci della televisione e della radio pubbliche, mentre elaborerà una "tabella di marcia" per il futuro dell'emittenza pubblica. L'attuale disegno di legge assegnerebbe a breve termine una "frazione dell'Iva" all'emittenza pubblica, pari a circa 3,7 miliardi di euro, ovvero all'incirca l'importo che il canone attualmente incassa.

Parte dei senatori hanno però denunciato una mancanza di strategia e hanno definito la proposta “affrettata e mal preparata”. Jean-Raymond Hugonet, del partito di destra Les Républicains, ha affermato che c'è stato un "problema di tempismo"; il progetto di legge è stato portato avanti con demagogia e troppo in fretta senza una strategia di radiodiffusione pubblica. Ha dichiarato: "Abbiamo avuto un presidente che voleva essere rieletto e che ha proposto qualcosa di molto popolare: la rottamazione di una tassa logora e ingiusta che nessuno voleva più". Hugonet ha sostenuto che è necessario lavorare di più sui futuri meccanismi di finanziamento.

Il canone televisivo esiste in Francia dal 1933 per gli apparecchi radio e dal 1948 per gli apparecchi televisivi. Fino a questo momento la tassa veniva utilizzata per finanziare parte del bilancio di France Télévisions, Radio France, Arte France, France Médias Monde, TV5 Monde e l'INA.

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