La Commissione europea è “a favore” dell'integrazione del fiscal compact nei trattati Ue. Se già l'Italia lamentava i vincoli troppo stringenti su spesa pubblica e recupero del debito, con questa prospettiva i lacci si farebbero ancora più stretti e vincolanti. Almeno stando alle parole degli eurodeputati di Pd e Movimento 5 Stelle, per una volta d'accordo. 

Le proteste italiane

“Cosi’ come è il fiscal compact non può essere inserito nei trattati”, ha detto l’europarlamentare dem Mercedes Bresso intervenendo nell’aula di Strasburgo. “E’ assolutamente necessario - ha continuato - dare vita a una politica economica dell’area euro in grado di favorire crescita e occupazione”.
Ancora più dure le proteste dei 5Stelle: “ Chiediamo a questo Parlamento di sostenere la nostra battaglia per stracciare definitivamente il fiscal compact, perché questo Parlamento ha il dovere morale di dare un’indicazione negativa alle politiche d'austerità insostenibili e depressive”, ha detto Marco Valli. “Se i governi confermeranno il fiscal compact, il mio paese sarà obbligato nei prossimi 20 anni a portare il rapporto debito-pil dall’attuale 133% al 60%, attraverso un taglio sconsiderato della spesa pubblica relativa al welfare e trattamenti medievali per le pensioni e i diritti dei lavoratori”, ha aggiunto l'eurodeputato M5s.

La posizione della Commissione

Per Dombrovskis, pero', l'inserimento del fiscal compact dei trattati non sarebbe questa tragedia che gli eurodeputati italiani tratteggiano: “Permetterebbe di aumentare la accountability democratica e la legittimità”, ha dichiarato a Strasburgo. Tuttavia, nel processo di integrazione “si dovrebbe tenere conto della flessibilità” già introdotta dalla Commissione per il Patto di Stabilità e Crescita, ha specificato il vicepresidente Ue.