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Sabato, 20 Aprile 2024
L'inchiesta / Ucraina

La “firma” di Instagram nella camera dello stupro: così è stato rintracciato uno dei boia di Bucha

La Reuters è riuscita a identificare alcune unità militari che si trovavano nel sobborgo di Kiev. Un lavoro che potrebbe aiutare a provare crimini di guerra e scovare i presunti carnefici

Quando le forze russe si sono ritirate da Bucha, hanno lasciato diverse tracce della loro brutale occupazione durata un mese. Grazie a queste tracce, che potrebbero aiutare gli inquirenti della Corte penale internazionale a provare eventuali crimini di guerra e punirne i colpevoli, i giornalisti della Reuters sono riusciti a identificare almeno 3 battaglioni che si trovavano sul posto al momento di quella che è considerata una delle pagine più buie del conflitto in Ucraina. Gli indizi sono spesso oggetti persi o dimenticati. Ma in un caso, un presunto carnefice ha reso la vita più facile alle indagini, scrivendo il nickname usato per il suo profilo Instagram sul muro della cameretta di una ragazza di Bucha. Il timore è che quella ragazza possa essere tra le vittime di violenze e stupri denunciate dalle autorià di Kiev.  

Seguendo il nickname, Wolf_68, Reuters ha rintracciato un russo di nome Kirill Kryuchkov, originario di Tambov, a sud di Mosca (il numero 68 designa la regione sulle targhe automobilistiche) e che ora vive a Pskov. Contattato dalla Reuters, un conoscente di Kryuchkov ha confermato che ha servito nel 234° reggimento d'assalto aereo, che fa parte della 76° divisione. Un altro conoscente ha confermato che il giovane si trovava in missione in Ucraina al momento dell’occupazione. Kryuchkov non ha risposto alle richieste di commento da parte dell'agenzia. Ma la sua "firma" potrebbe

Nel suo profilo, che ora è invaso da insulti di utenti di tutto il mondo, il militare ha postato tre video. Nei filmati, girati in un bar, si vedono due militari in uniforme: uno ha una toppa da paracadutista sulla manica, l'altro ha una toppa con la lettera V, uno dei simboli della guerra in Ucraina. Il graffito, che incrimina il soldato e il suo battaglione, è solo una delle prove che dimostrano la presenza a Bucha dei soldati della 76° divisione d’assalto, una divisione paracadutista decorata per il suo ruolo nella lunga guerra segreta di Mosca nell'Ucraina orientale.

La Reuters ha trovato altre prove tra le quali un documento trovato da un residente locale tra le casse di mortai abbandonate in via Vodoprovodnaya affermava che i mortai erano stati controllati da ufficiali dell'unità 74268. Un database di entità legali russe indica che l'unità militare ha sede a Pskov. L'indirizzo legale dell'unità coincide con la base militare dove si trova il quartier generale della 76° divisione.

Nella casa di un residente locale, che i militari russi usavano per i loro bisogni, è stata trovata una lettera indirizzata a un soldato di nome Alexander Logvinenko. Gli autori dell'indagine lo hanno identificato come un paracadutista di Pskov. In un primo momento Oksana Rybakova, autrice della lettera, ha confermato alla Reuters di avere una relazione con Logvinenko e di avergli inviato una lettera. Secondo lei, il militare serve nelle truppe dei paracadutisti ed è stato in missione di combattimento per diverse settimane. Poco prima della pubblicazione dell'inchiesta, Rybakova ha ritrattato le sue parole, e poi ha cambiato il suo account sul social network.

I giornalisti hanno anche scoperto, basandosi sui filmati pubblicati nei social media, che almeno tre unità cecene alleate al leader Ramzan Kadyrov, un altro fervente sostenitore di Putin, stavano operando nelle vicinanze di Bucha durante l’occupazione. Ad esempio, in un video postato su un canale Telegram il 26 febbraio, si può vedere il comandante ceceno Hussein Mejidov a Gostomel, circa 5 km a nord di Bucha. L'agenzia è giunta a questa conclusione dopo aver analizzato i segnali stradali sullo sfondo. In un video di YouTube del 4 marzo, un altro ceceno, Anzor Bisaev, viene mostrato mentre guida lungo una strada bombardata. 

Il fatto che i ceceni stessero operando nella stessa Bucha è stato riferito da cinque residenti locali. Uno di loro ha detto che i Kadyroviti hanno ucciso suo genero, lo hanno portato, nudo fino alla vita, al freddo, lo hanno costretto a inginocchiarsi e gli hanno sparato alla tempia. La versione è stata confermata dalla moglie della vittima.

Un terzo battaglione è stato identificato attraverso il ritrovamento della carta d'identità di un dipendente delle forze speciali della Guardia Russa in città. Il documento è stato rilasciato il 7 dicembre 2021 al caporale Konstantin Korshunov. Il militare serve nell'unità militare 3179, che fa parte del centro di forze speciali Vityaz, una forza paramilitare d'élite che fa capo a una ex guardia del corpo del presidente Vladimir Putin. I giornalisti della Reuters hanno confrontato i dati con i profili dei social media e altre informazioni pubblicamente disponibili. Sono riusciti a stabilire che Korshunov ha 23 anni, viene da Penza. Due dei suoi conoscenti hanno confermato che ha servito nella Guardia Nazionale, e uno di loro ha specificato che ora commando è "viaggio d'affari". Reuters ha contattato Korshunov, ma non ha risposto alle domande.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha chiamato le uccisioni dei civili a Bucha un genocidio. I leader occidentali hanno accusato la Russia di crimini di guerra. In queste ultime settimane, la polizia della regione di Kyiv ha già trovato 1235 corpi.

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa nega il coinvolgimento dell'esercito russo nelle uccisioni dei civili. Hanno detto che si è trattato di una "provocazione", e che le fotografie e i filmati dei morti sono stati fabbricati. La Reuters ha tentato di intervistare vari esponenti politici russi, che si sono però rifiutati di rispondere alle domande dei giornalisti. L'unico ad aver risposto è stato Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino, che ha definito il massacro "una messa in scena".

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