rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
La protesta / Egitto

I festival israeliani in Egitto riaccendono le tensioni tra Cairo e Tel Aviv

I due Paesi stanno rafforzando i legami economici, ma la scelta delle date degli eventi ha indispettito molti islamici egiziani

I social media egiziani si sono riempiti di polemiche per la scelta di ospitare due festival musicali israeliani su un territorio simbolicamente “sensibile”, la penisola del Sinai, alla vigilia di un importante anniversario storico: la liberazione proprio del Sinai dall’occupazione israeliana.

Il Nabia festival è iniziato domenica e finirà mercoledì presso il Tolip Taba resort, a pochi chilometri dal confine israeliano. Come riporta il sito Egyptian streets, è la prima edizione dell’evento. Il Grounded festival 2022 si terrà invece al Syn Beach club presso il Nuewiba club Village, più a sud lungo la costa del golfo di Aqaba. Il Grounded è un festival collaudato, ma è la prima edizione che si terrà fuori da Israele. La location di quest’ultimo evento era nata inizialmente come base della marina egiziana, ma durante l’occupazione israeliana fu trasformato in villaggio turistico per i cittadini d’Israele.

Durante la Guerra dei sei giorni nel giugno 1967, Israele invase la penisola del Sinai e la occupò fino al 1982, quando la restituì all’Egitto dopo essere stato riconosciuto da quest’ultimo come uno Stato legittimo e sovrano. Il 25 aprile gli egiziani celebrano la liberazione del Sinai, in memoria del ritiro degli israeliani quarant’anni fa. Ed è stata proprio la coincidenza delle date dei festival con la celebrazione della liberazione a dare adito ad un’ondata di polemica sui social egiziani, tanto più che la scorsa settimana si sono verificati nuovi incidenti nella Spianata delle moschee a Gerusalemme, dove oltre 150 palestinesi sono rimasti feriti a seguito delle cariche della polizia israeliana.

La scorsa settimana il ramo egiziano del movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), che chiede un boicottaggio internazionale contro Tel Aviv finché perdura l’occupazione illegale dei territori palestinesi, ha condannato la scelta di ospitare festival israeliani in territorio egiziano, suggerendo al pubblico di boicottare gli impianti turistici che ospitano gli eventi. “Come ogni anno ci preparavamo a celebrare le storie di resistenza eroica”, ha commentato Bds Egitto, “ma abbiamo scoperto che l’occupazione sionista sta tornando nel Sinai”.

Entrambi i festival sono principalmente rivolti a un pubblico israeliano, e segnano un ulteriore passo nell’avvicinamento economico tra i due Paesi. A fine 2021, EgyptAir ha inaugurato una tratta diretta tra Il Cairo e Tel Aviv, mentre fino ad allora gli unici voli tra le due capitali erano operati da Air Sinai, filiale della compagnia aerea egiziana, ed erano offerti da velivoli non contrassegnati (cioè senza bandiera egiziana). Ora anche Sharm el-Sheikh, nel Sinai meridionale, è collegata con Tel Aviv. I turisti israeliani continuano ad affluire in Egitto, soprattutto nelle località balneari che hanno prezzi concorrenziali rispetto alle strutture oltre confine. Nel 2019 sono stati circa un milione, la maggior parte dei quali ha visitato proprio la penisola del Sinai.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I festival israeliani in Egitto riaccendono le tensioni tra Cairo e Tel Aviv

Today è in caricamento