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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scontro in Spagna

Ira delle femministe contro la ‘legge trans’: "Cancella le conquiste delle donne"

Il provvedimento approvato dal governo di Madrid promuove l’autodeterminazione di genere, un concetto che divide il femminismo

Dopo due anni di divisioni nel centrosinistra spagnolo, il governo di Madrid ha approvato la “Ley trans” per i diritti delle persone Lgbt+. Uno smacco per il Movimiento Feminista, sigla che riunisce cinquanta organizzazioni di tutta la Spagna, che si è mobilitato contro la proposta di legge ora alla prova del passaggio parlamentare. Secondo una parte delle femministe spagnole, principalmente appartenenti al Partito socialista, la nuova norma sarebbe “una battuta d'arresto nella protezione dei diritti delle donne”.

A far infuriare i gruppi a difesa delle donne è il concetto di autodeterminazione di genere introdotto dalla norma. Il testo - se approvato dai deputati - consentirà alle persone transessuali di età superiore ai 16 anni di cambiare il sesso menzionato sui documenti di identità, senza dover fare altre procedure se non quella di presentarsi all’anagrafe, indicare il proprio genere e confermarlo tre mesi dopo. Una norma che fa piazza pulita degli attuali requisiti necessari al cambio di genere: niente più visita psicologica, referto medico e obbligo di sottoporsi a cure ormonali per almeno due anni. Per cambiare identità di genere basterà la sola espressione di volontà di modificare il proprio stato civile. Tra i 14 e i 16 anni sarà richiesta l'autorizzazione dei genitori e tra i 12 e i 14 anni quella giudiziaria. 

Tuttavia, secondo i gruppi femministi che lo scorso 8 marzo hanno persino organizzato manifestazioni separate rispetto ai movimenti di uguaglianza di genere favorevoli alla norma, la controversa proposta di legge introduce un concetto che interferisce con i diritti delle donne. “La registrazione del sesso (elemento oggettivo) viene sostituita dalla registrazione del genere (personalità)”, ha spiegato il giornale El Pais in un’analisi della spaccatura interna alle femministe. “Il sesso biologico - ai fini della norma - è considerato una finzione opprimente, mentre l'affinità con gli stereotipi sessisti (mascolinità/femminilità) è considerata la vera identità della persona, il suo vero sesso”.

Il femminismo ha denunciato che questa novità “avrà un impatto negativo sulle statistiche che misurano le disuguaglianze tra i sessi, sull'integrità fisica delle donne detenute, sugli spazi separati per motivi di sicurezza, sul diritto delle donne alla parità politica e allo sport equo, nonché per la ricerca sanitaria che considera le differenze fisiche tra donne e uomini”. Inoltre, il passaggio dal sesso al genere, secondo le femministe, “contrasta con il divieto di discriminazione sulla base del sesso, riconosciuto sia nella Costituzione che nella Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna” perché “il sesso è un fatto materiale che condiziona la posizione sociale inferiore imposta alle donne”.

Motivi che hanno portato allo stallo della legge in seno al Consiglio dei ministri. Il sostegno determinante al passaggio della norma a livello governativo arrivato dal primo ministro socialista Pedro Sanchez ha consentito di far arrivare in Parlamento il provvedimento d’iniziativa ministeriale. Ma diverse esponenti del Partito socialista sono pronte a dare battaglia per evitare che il testo attuale diventi legge.

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