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Martedì, 23 Aprile 2024
Il vademecum / Ucraina

Come provare a difendersi dalle fake news sulla guerra in Ucraina

Muoversi tra vecchi video, foto modificate, propaganda e falsi siti di fact-checking è sempre più complicato

È sempre più difficile muoversi nell’oceano di informazioni sulla guerra in Ucraina che stanno circolando sui social network e sui giornali. Tra vecchi video, foto modificate, propaganda e falsi siti di fact-checking distinguere il reale dal falso è diventata un’impresa. Per provare a fare un po’ di chiarezza in mezzo a questo marasma di informazioni la Bbc ha redatto una lista di consigli per aiutare i cittadini a difendersi dalle fake news.

1. Attenzione ai video vecchi e fuorvianti

Alcuni dei video che circolano in rete sono in realtà filmati di vecchi conflitti. In particolare, in questi ultimi giorni, sono molto circolati video dell'invasione russa della Crimea e dell'esplosione a Beirut nel 2020. Spesso la gente che li condivide lo fa in buona fede, ma la condivisione di video di cui si ignora la veridicità non fa altro che seminare il caos tra coloro che si trovano nel Paese. Il modo migliore per capire se un video è reale o no è cercare degli indizi come il meteo, i segnali stradali, le lingue che la gente parla. Usando Google Maps, si può capire se nel video il paesaggio corrisponde a ciò che si vede nel filmato. E utilizzando la ricerca per immagini si può vedere se lo stesso video o immagine è stato giò condiviso online in passato.

2. Chi le condivide e perché?

È importante esaminare chi ha condiviso per primo quel post, e se chi l’ha fatto può essere considerato o no una fronte autorevole e attendibile. Spesso chi posta video ingannevoli è alla ricerca di like e condivisioni facili e in questo momento la guerra in Ucraina è argomento di “tendenza”. Oltre agli influencer in cerca di notorietà vi è anche chi, con certe condivisioni, vuole spingere un determinato tipo di narrazioni allo scopo di aumentare il proprio programma politico o per seminare dubbi e confusione.

È il caso di decine di finti account pro-Russia apparsi su Twitter dopo lo scoppio del conflitto e che affermano che il conflitto non sia reale, una semplice messa in scena organizzata dal governo Ucraino. Molti di questi account hanno pochi o nessun follower, hanno preso la loro immagine di profilo da altri posti online e hanno iniziato a postare solo dopo l'inizio dell'invasione. Al momento, è difficile dire chi, in definitiva, stia gestendo questi account. Altri account, che in passato avevano promosso false affermazioni sulla pandemia, hanno ora rivolto la loro attenzione alla condivisione di false teorie cospirazioniste sulla guerra. I profili che affermano che i feriti dai bombardamenti sono in realtà dei semplici "attori" si sono moltiplicati, stati spinti anche da diplomatici russi.

3. Metti in pausa prima di condividere

Molto di quello che c'è sui social media sulla guerra è spaventoso e innesca delle reazioni emotive molto forti in ognuno di noi. Spesso però questo significa che le persone a volte condividono i post prima di controllare se siano reali. La disinformazione si diffonde perché gioca sulle nostre emozioni e sui nostri pregiudizi. Non si tratta solo di emozioni negative, a volte dei semplici racconti pieni di speranza. Ma se da un lato possono sollevare il morale, contribuiscono al caos online e rendono più difficile capire cosa sta realmente accadendo. La guerra dell'informazione non riguarda solo i social media. È una battaglia combattuta dai governi di Ucraina e Russia, che stanno facendo propaganda. Bisogna sempre chiedersi perché una particolare fonte sta affermando una cosa, e se questo qualcosa è supportato da prove.

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