Scure contro i clienti di prostitute e escort: "Modello nordico in tutti i Paesi Ue"
Il Pd vota a favore con Forza Italia: contrari un vasto fronte dalla Lega alla Sinistra e ecologisti che sostengono invece il modello olandese pro sex workers. La risoluzione del Parlamento Ue impone una stretta su pubblicità e "sugar daddy"
"Ridurre la domanda" di prostituzione colpendo i clienti e i siti che la promuovono, come quelli che offrono servizi di escort. E garantire al contempo i diritti fondamentali delle persone che si prostituiscono. È quanto chiede il Parlamento europeo in una risoluzione approvata a Strasburgo. Un testo che ha diviso la destra, come la sinistra. E che fa storcere il naso al fronte di chi si batte per un riconoscimento del lavoro dei cosiddetti sex worker.
No alla legalizzazione
Il punto di partenza della risoluzione è, infatti, che "la prostituzione non è l'atto individuale di una persona che cede il proprio corpo per denaro, ma un sistema organizzato per l'ottenimento di profitti, intrinsecamente violento, discriminatorio e profondamente inumano". Le persone "in situazione di prostituzione hanno in media maggiori probabilità di subire violenze", continua il testo, citando i risultati di uno studio tedesco secondo cui il 41% delle prostitute ha subito almeno una violenza fisica nei rapporti con i clienti. La relazione sottolinea anche "i risultati di diversi studi per quanto riguarda le esperienze di donne in situazione di prostituzione che hanno subito abusi durante l'infanzia e l'adolescenza" e "rileva che tali esperienze possono portare le donne e le ragazze a normalizzare la prostituzione".
Da qui, l'atto di accusa contro quegli Stati Ue che hanno legalizzato la prostituzione. Secondo il Parlamento Ue, occorre semmai colpire i clienti, riducendo la domanda. "Le persone che praticano volontariamente la prostituzione sono così poche da non poter soddisfare da sole la domanda", si legge nel testo. Per questo, occorre garantire che in tutta l'Ue "siano punibili come reato la richiesta, l'accettazione o l'ottenimento di un atto sessuale da una persona in cambio di compenso, di una promessa di compenso, della fornitura di un vantaggio in natura o della promessa di un vantaggio di questo genere".
Stretta contro i clienti e i siti di escort
Per colpire la domanda, il Parlamento chiede agli Stati membri di adottare anche "misure urgenti per contrastare la pubblicità online e le facilitazioni dei contatti che incoraggiano direttamente o indirettamente la prostituzione o cercano di attirare acquirenti", ossia siti web come quelli che offrono servizi di escort. La risoluzione chiede anche di "prevenire lo sfruttamento della prostituzione altrui anche online, compresa la prostituzione degli studenti, in particolare delle giovani donne, e lo sfruttamento sessuale dei minori da parte di uomini più ricchi e influenti, noto anche come fenomeno dello 'sugar daddy'"
Per quanto riguarda le prostitute, la risoluzione chiede "politiche efficaci contro la povertà, un miglioramento della protezione sociale, la riduzione dell’abbandono scolastico, la promozione dell'istruzione e l'istituzione di politiche inclusive che sostengano l'emancipazione delle donne e l'indipendenza economica, insieme a misure che condannano coloro che le sfruttano". Le persone in prostituzione "affrontano la costante minaccia di persecuzione della polizia e della giustizia, e sono emarginate e stigmatizzate", si osserva ancora nella risoluzione, e questo "ostacola la capacità a loro volta di ottenere giustizia". Da qui la richiesta di un "accesso pieno a servizi sanitari e sociali di alta qualità, nonché al sistema giudiziario" e la promozione di "percorsi di uscita dalla prostituzione".
La risoluzione ha spaccato l'aula del Parlamento in maniera trasversale. A favore hanno votato per lo più i deputati di centrodestra del Ppe, di cui fa parte Forza Italia, quelli dell'S&D, di cui fa parte il Pd, e una parte dei liberali. Contro o astenuti i gruppi di destra (compresi i deputati di Lega e Fratelli d'Italia, con la sola eccezione di Nicola Procaccini), ma anche buona parte della Sinistra e dei Verdi.
A dividere i parlamentari è stato soprattutto l'approccio del testo, che sposa per lo più il "modello nordico" applicato, tra gli altri, in Svezia, Spagna, Francia e Irlanda: tutele per i diritti delle prostitute, e stretta sui clienti. In Paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi, invece, ha prevalso la legalizzazione in tutti i suoi aspetti, anche nei confronti dei clienti. Secondo la risoluzione, il modello nordico dovrebbe essere attuato in tutta l'Ue, superando le differenze normative attuali che, a giudizio della maggioranza del Parlamento, non fanno altro che favorire la tratta di esseri umani.