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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Pandemia / Cina

Il Covid divide ancora l'Europa

Dopo 3 anni, la Cina riapre le porte ai suoi viaggiatori verso il mondo. L'Italia chiede tamponi in tutta l'Ue, ma Francia, Germania e Austria frenano (per ora)

Il Covid e la Cina dividono ancora l'Europa: l'avanzata dei casi nel Paese asiatico preoccupa l'Occidente, ma finora solo Stati Uniti e Italia hanno annunciato il ritorno delle restrizioni sanitarie ai voli cinesi. Il governo di Giorgia Meloni ha chiesto a gran voce a Bruxelles di adeguarsi alle misure prese da Roma, ma Germania, Francia e Austria sembrano per ora riluttanti a imporre delle limitazioni. Uno dei motivi è senza dubbio legato alle pressioni del settore turistico, che dopo tre anni sta puntando molto sulla riapertura del più grande mercato al mondo per turisti in uscita.

Pechino ha annunciato che dall'8 gennaio non sarà più imposta la quarantena ai viaggiatori che entrano nel Paese. Il che, visto da un'altra prospettiva, vuol dire che i cinesi potranno ricominciare a viaggiare in maniera massiccia fuori dai loro confini. Per il turismo globale vuol dire ritrovare la fonte di quasi il 20% dei viaggiatori totali del 2019: prima della pandemia, ben 160 milioni di turisti cinesi hanno girato il globo, di cui oltre 20 milioni in Europa. Francia e Germania sono le mete preferite del Vecchio Continente, seguite dall'Italia.

Alla notizia della riapertura dei viaggi turistici in vista delle vacanze per il Capodanno cinese, l'ambasciatore francese ha usato Twitter per manifestare tutto il suo entusiasmo:  "Amici cinesi, la Francia vi accoglie a braccia aperte“, ha scritto. Non meno entusiasta la ministra austriaca del turismo, Susanne Kraus-Winkler, che in un comunicato ha celebrato "il ritorno del più importante mercato di origine asiatico per le prossime stagioni turistiche", in particolare per le piste da sci del Paese, che puntano molto sugli arrivi da Cina e Giappone per riempire alberghi e ristoranti a cavallo tra gennaio e febbraio. Anche la Germania, che in questi giorni ha inviato le prime scorte di vaccini BioNTech-Pfizer a Pechino, si sta sfregando le mani, con Lufthansa che starebbe facendo i salti mortali per assicurare più voli possibili dalla Cina, oltre quelli operati dalle compagnie cinesi.

Il mondo turistico europeo è in fermento, e il settore teme che l'entusiasmo potrebbe venire spento se si annunciassero nuove restrizioni ai voli dalla Cina in questo momento in cui i turisti stanno definendo le loro prenotazioni. Il governo Meloni, al pari di Stati Uniti e Giappone, ha preferito seguire la strada dalla precauzione, ma ora teme di restare isolato in Europa. Da qui l'appello a Bruxelles affinché l'obbligo di tamponi per chi arriva dalla Cina sia adottato su scale Ue.

Fino a ieri, la Commissione europea ha professato calma: "La variante BF7 Omicron" del coronavirus Sars-CoV-2, "prevalente in Cina, è già presente in Europa e non è riuscita a diventare dominante", ha detto un portavoce di Bruxelles. "Tuttavia - ha aggiunto il portavoce - rimaniamo vigili e saremo pronti a utilizzare il freno di emergenza, se necessario". Oggi, su pressioni dell'Italia, Bruxelles "ha convocato il Comitato per la sicurezza sanitaria, per discutere con gli Stati membri e le agenzie Ue possibili misure per un approccio coordinato a livello Ue", ha riferito in una nota.

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