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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Estonia fa la storia: premier e presidente sono donne. La mappa del potere al femminile in Europa

Per la prima volta nel mondo le due principali cariche dello Stato sono state affidate a due donne, in Italia mai neanche a una. Gli altri Paesi del blocco sono più avanzati da questo punto di vista, soprattutto al nord

L'Estonia ha scritto un importante capitolo della sua storia ma anche di quella mondiale. Il Paese sarà governato da due donne: Kaja Kallas, prima premier della repubblica baltica, ha prestato giuramento ieri davanti ad un'altra donna, Kersti Kaljulaid, che è presidente dal 2016.

Il nuovo governo

Lunedì la 43enne europeista, leader del Partito riformista ha ottenuto il via libera del Parlamento al suo governo di coalizione di centrodestra formato con il Partito di Centro del primo ministro uscente, Juris Ratas, dimessosi con tutto l'esecutivo due settimane fa in seguito a uno scandalo di corruzione. Insieme, i due partiti controllano 59 dei 101 seggi del parlamento estone, di cui 34 sono del Partito riformista - vincitore delle elezioni di due anni fa - e 25 ai centristi. Anche il governo avrà una grossa componente femminile, e sarà composto da 8 uomini e 6 donne. Gli auguri al paese sono arrivati da un'altra donna di potere, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha detto di essere "contenta di vedere un governo equilibrato di genere e pieno di ambizioni europee". Kallas è una "figlia d'arte": suo padre è l'ex primo ministro Siim Kallas, in carica dal 2010 al 2014, che è stato anche commissario europeo ai Trasporti durante la presidenza Barroso. La 51enne Kaljulaid è stata la prima donna a diventare capo di Stato nel paese nel 2016, nonché la politica più giovane a ricoprire il ruolo, è la quarta presidente in carica dall'indipendenza dall'Unione sovietica nel 1991.

Le altre leader Ue

Il traguardo raggiunto dall'Estonia sembra un miraggio in Italia dove mai una donna ha ricoperto nessuna delle due cariche apicali, quella di presidente della Repubblica o del Consiglio, ma in Europa e nel mondo sono sempre più le politiche che stanno scrivendo la storia del proprio Paese. In Europa oltre a von der Leyen è stata scelta una donna, Christine Lagarde, per guidare un'altra importante istituzione, la Banca centrale europea, e una donna più di tutte ha contribuito a scrivere la storia dell'Unione, diventando una delle donne in politica più influenti del mondo e della storia: la tedesca Angela Merkel. Ma in Ue non c'è solo lei. Il Regno Unito non è più un Paese membro ed è guidato da un uomo, Boris Johnson, ma fino a poco più di un anno fa era una donna a tenere le redini del governo, Theresa May, e prima di lei un'altra donna in passato è stata premier e in quel ruolo ha fatto la storia (nel bene e nel male): la Lady di ferro Margaret Thatcher. Al momento una premier donna c'è in Danimarca: Mette Frederiksen è alla testa dell'esecutivo dal 27 giugno 2019. Dal 2011 al 2014, è stata ministro del Lavoro nel primo governo di un'altra donna, Helle Thorning-Schmidt, e dal 2014 al 2015 ha ricoperto l'incarico di ministro della Giustizia. Dal 28 giugno 2014 è la leader dei socialdemocratici. È famosa per le sue posizioni molto dure contro l'immigrazione e la lotta alla prostituzione. In Finlandia la premier è Sanna Mirella Marin, in carica da dicembre 2019, che ha anche un primato: quello di essere la più giovane leader di governo nel mondo. Classe 1985, a soli 34 anni ha preso la guida dell'esecutivo finlandese, già ministra dei Trasporti, astro nascente del partito socialdemocratico (Spd) è cresciuta in una famiglia di due mamme.

In Europa

Non è un Paese membro ma comunque aderisce al Mercato Unico europeo la Norvegia, altra nazione guidata da una donna, Erna Solberg. La leader del Partito conservatore norvegese è primo ministro dal 16 ottobre 2013 ed è responsabile delle leggi del Paese che stanno spingendo fortemente l'utilizzo di auto ecologiche, ma è anche balzata all'onore delle cronache lo scorso anno per essersi schierato a fianco della comunità Lgbt+, prendendo misure contro i governi di Ungheria e Polonia per le loro leggi discriminatorie verso gli omosessuali. Sempre in Europa c'è la Georgia che nel 2018 ha eletto il suo primo capo di Stato donna, Salome Zurabishvili. Nata a Parigi 68 anni fa da genitori georgiani che avevano lasciato il Paese nel 1921, dopo l'annessione all'Unione Sovietica, ha fatto carriera nella diplomazia francese. Nel 2003 è stata inviata come ambasciatrice nella capitale Tbilisi e l'anno successivo ha ottenuto la cittadinanza su decisione del presidente georgiano. È stata allora scelta come ministro degli Esteri, ruolo che ha ricoperto fino al 2005. Nel 2006 ha fondato il partito La via della Georgia ed è stata eletta in Parlamento.

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