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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'accusa / Turchia

Erdogan: "Europa raccoglie quello che semina, crisi del gas causata da sanzioni alla Russia"

Il presidente turco minaccia anche la Grecia: "Potremmo arrivare nella notte all'improvviso". Sullo sfondo gas, migranti e l'inflazione galoppante ad Ankara

Le sanzioni contro la Russia in risposta all'invasione russa dell'Ucraina hanno provocato gravi problemi di approvvigionamento energetico per l'Europa, che ora "raccoglie quello che ha seminato". A parlare non è Viktor Orban, né Matteo Salvini, ma il leader del secondo esercito della Nato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. 

"Noi non abbiamo problemi con il gas naturale - ha detto nel corso di una conferenza stampa ad Ankara - L'Europa raccoglie quello che semina. Credo che l'Europa passerà questo inverno con seri problemi". Il problema, secondo Erdogan, è "l'atteggiamento dell'Europa" nei confronti di Vladimir Putin, che, insieme alla sanzioni comminate dall'Ue a Mosca, hanno portato il presidente russo a "opporsi" al blocco e ad adottare contromisure. "Putin sta usando tutti i mezzi e le armi a sua disposizione, primo fra tutti il ​​gas naturale", ha aggiunto. 

Da un lato, Erdogan sposa la posizione cara a Orban e ad altri esponenti politici europei, tra cui il leader della Lega Salvini, che criticano la gestione delle sanzioni da parte dell'Ue. Dall'altro, il presidente turco conferma la tesi di Bruxelles, ma negata finora da Mosca, secondo cui la crisi del gas è frutto di precise scelte del Cremlino, e non di problemi tecnici (si pensi al Nord Stream). Ma al di là dei tentativi di mantenere una certa equidistanza tra i due contendenti, è chiaro che le dichiarazioni di Erdogan sono un messaggio ben preciso diretto all'Ue. E la guerra in Ucraina c'entra solo marginalmente.

A preoccupare Ankara, e non da ora, è l'inflazione galoppante che ha superato l'80% in agosto, toccando il punto più alto degli ultimi 24 anni. Per quanto le forniture di gas dalla Russia siano rimaste costanti dallo scoppio della guerra a oggi, l'aumento dei prezzi derivato dalla crisi tra Mosca e Occidente sta esarcerbando la situazione delle famiglie e delle imprese turche. Il governo ha bisogno di soldi. E negli ultimi anni, Erdogan ha potuto contare sui lauti finanziamenti Ue, in particolare quelli per la gestione dei flussi migratori.

Ma non c'è solo questo: nel Mediterraneo orientale è in corso una sfida internazionale per accaparrarsi i giacimenti di gas, molti dei quali al largo di Cipro, l'isola contesa tra Grecia e Turchia. E proprio su questo punto è tornata in auge la mai sopita tensione tra Ankara e Atene. Finora, tale tensione sfociava in una crisi migratoria, con i turchi a chiudere più di un occhio sulle partenze illegali di migranti dalle sue coste a quelle delle vicine isole greche. Ma negli ultimi giorni, il braccio di ferro si è spostato sul fronte militare. 

Ankara ha accusato Atene di aver violato il suo spazio aereo, e di voler militarizzare le isole dell'Egeo vicine alla Turchia. Un'azione a cui Erdogan potrebbe rispondere con contromosse che vanno al di là della semplice minaccia:  "Potremmo arrivare nella notte all'improvviso", ha detto il presidente turco alludendo a una possibile invasione di Cipro. Turchia e Grecia fanno entrambe parte della Nato. Ed è in quella sede che per il momento i due Paesi si stanno confrontando. La speranza è che il conflitto diplomatico, se non risolversi, almeno non deflagri in altro. Sarebbe un'ulteriore grattacapo che l'Europa non ha certo bisogno di affrontare. 

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