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Lunedì, 15 Aprile 2024
Lo scenario / Moldavia

Transnistria (quasi) come il Donbass. La Moldavia sarà la nuova Ucraina?

Un video del bielorusso Lukashenko sembra mostrare l'intenzione di una invasione attraverso un'enclave indipendentista che sogna la Russia e in cui ci sono già truppe di Mosca

La Russia di Vladimir Putin potrebbe non volersi fermare all'invasione dell'Ucraina ma continuare l'avanzata e invadere anche la Moldavia, altro Paese ex sovietico e che si trova proprio tra l'Ucraina, al suo confine sud occidentale, e la Romania. Il rischio è stato paventato dopo che sono circolate alcune immagini che mostrano il bielorusso Alexandr Lukashenko che, durante un discorso al suo Consiglio di sicurezza, indicando una grande mappa sembraipotizzare un possibile attacco dall'Ucraina meridionale alla Moldova, attraverso la Transnistria.

Un Donbass moldavo?

La Transnistria è una piccola enclave separatista, con capitale a Tiraspol, non riconosciuta da nessuna delle nazioni dell'Onu (nemmeno da Mosca) nata da un'insurrezione armata avvenuta dopo la caduta dell'Unione sovietica nel 1992. Al momento ci sono 1.500 soldati russi di stanza sul suolo di quello che è uno Stato indipendente de facto, cosa che è stata criticata dalla Moldova, dalla Nato, dall'Ucraina e dagli Stati Uniti. Questi militari furono inviati dopo l'insurrezione come contingente di pace, anche con il consenso di Chisinau (la capitale della Moldavia), ma con l'impegno di lasciare il Paese dopo un anno. Ne sono passati 30 e sono ancora lì.

Passaporti russi

L'enclave, il cui nome ufficiale è Repubblica Moldava Pridnestroviana, come le insorte insorte Donetsk e Lugansk nel Donbass in Ucraina, si rifà al simbolismo sovietico, e sulla sua bandiera c'è anche la falce e martello. La repubblica ha i propri servizi di sicurezza, il proprio governo la propria valuta e ha il controllo delle frontiere. La Russia ha svolto esercitazioni militari nella regione fino al 2 febbraio e afferma che la presenza dei soldati della Federazione è essenziale per proteggere i propri cittadini nell'area e mantenere la pace tra moldavi e transnistriani. Circa 400mila persone vivono nell'enclave e la stragrande maggioranza di loro si sente russa: in un referendum nel 2006 il 97,2% degli elettori sostenne l'adesione alla Federazione, proprio come è avvenuto nel 2014 in Crimea e poi nelle insorte Donetsk e Lugansk nel Donbass. E proprio come accaduto nel Donbass, a partire dal 2002 Mosca ha rilasciato passaporti ai residenti, una mossa che ha fatto infuriare Kiev e Chisinau.

Sostegno ai nuovi separatisti

Al momento un altro dei timori è che Putin potrebbe tentare destabilizzare la situazione politica della Moldavia, alimentando anche il separatismo in una regione autonoma del Paese, la Gagauzia. Come riporta Politico Kamil Calus, analista del Center for Eastern Studies con sede a Varsavia, ha affermato che il Cremlino potrebbe preparare uno "scenario della Crimea" nell'enclave, che è popolata da un gruppo turco cristiano ortodosso storicamente filo-russo. A febbraio, il 98,4% di Gagauz ha votato in un referendum regionale a favore dell'adesione all'Unione doganale eurasiatica russa piuttosto che perseguire una più profonda integrazione con l'Unione europea.

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